Quante volte nella nostra vita abbiamo sentito le parole “Carpe Diem”? Ma conosciamo il significato che Orazio, poeta latino vissuto nel primo secolo avanti Cristo, attribuiva alle sue parole?
Spesso sono state interpretate come un invito spregiudicato al vivere gioioso e senza pensieri.
Tuttavia, l’autore intendeva trasmettere l’importanza del godere di ciò che si ha, senza confidare troppo nel futuro. Quel futuro che spesso nel nostro settore non è legato al “Cosa venderò oggi?” ma alle ansie del “Cosa venderò domani?”.
A questo punto mi piace, però, pensare a una terza traduzione: quel “Cogli l’attimo” tanto caro al compianto Robin Williams nel Film del 1989 “L’attimo fuggente”.
Il Professor Keating, protagonista della pellicola, esorta i suoi alunni a “vivere” la poesia in un modo diverso evitando di renderla una semplice analisi scientifica.
Quanti direttori commerciali, di filiale e altri bancari dovrebbero poter vivere così il nostro lavoro senza essere oppressi dai numeri o da quanto è stato o sarà venduto?
La presenza sempre più ingombrante delle società di consulenza e le loro parole come piano industriale e azionisti alterano e lasciano poco margine ai consigli di amministrazione e responsabili del personale, rendendoli a volte quasi dei meri esecutori di strategie scelte da altri.
In questo contesto la trattativa sindacale diventa sempre più complessa… in futuro dovremo trattare con le società di consulenza?
Come scriveva Orazio, però, non dovremmo preoccuparci troppo del futuro, ma è con le scelte del presente che potremo avviarlo verso le migliori direzioni… E, ancora una volta, dovrà occuparsene la FABI insieme con le altre organizzazioni sindacali.
Anche il nostro Segretario Generale, Lando Maria Sileoni, al Consiglio Nazionale svoltosi recentemente a Milano, ha ricordato con la parola greca Kairos (“Il momento opportuno”), che dobbiamo “Cogliere l’attimo” e questo attimo è adesso.
È questo il momento di rinnovare il nostro CCNL.
Il recente rinnovo del Contratto del Credito Cooperativo può essere un’occasione per prendere spunto,ma non basterà semplicemente ritoccare le tabelle retributive: certamente dovremo recuperare l’inflazione. Ma non solo: dovremo stabilire le regole per affrontare la digitalizzazione e il futuro del settore.
Questo potrebbe risultare più semplice, se la politica prendesse in considerazione un’ipotesi di vera riduzione del cuneo fiscale, che farebbe bene a tutto il mondo del lavoro non solo a quello bancario.
Purtroppo però non potremo farci troppo affidamento.
Come tante altre volte, quindi, dovremo arrangiarci e andarci a prendere quanto spetta alle lavoratrici e ai lavoratori bancari con buona pace di certe società di consulenza.