Prima di affrontare i vantaggi del fondo pensione è giusto chiarire che il sistema pensionistico si basa sul modello contributivo.
La legge 335/95, la cd. Legge Dini, introdusse il sistema del calcolo contributivo, stabilendo la piena applicazione a partire del 1° gennaio 1996.
Successivamente, con legge 214/2011 (Riforma Fornero), il modello contributivo viene applicato a tutte le anzianità a decorrere dal 1° gennaio 2012.
Che cosa vuol dire? Che mentre in precedenza l’applicazione del sistema retributivo faceva sì che le pensioni fossero correlate alle retribuzioni percepite negli ultimi anni, col sistema contributivo sono invece legate ai contributi versati.
In altre parole, il sistema contributivo porta ad una sensibile riduzione dell’importo delle pensioni rispetto a quelle calcolate col retributivo.
L’INPS certifica che circa 14,7 milioni di prestazioni pensionistiche sono di importo pari o inferiore a 1.026 euro.
Inoltre, secondo l’OCSE, in Italia si prevede che i giovani che accedono oggi al mondo del lavoro andranno in pensione a 71 anni, con un assegno che si stima sarà di importo contenuto, a causa anche della precarizzazione del mondo del lavoro e della discontinuità lavorativa.
Senza entrare nel dettaglio di quanto dichiarato dall’INPS e dall’OCSE, quello che ci interessa sapere è come tutelarsi dal rischio di non avere, alla fine dell’attività lavorativa, una pensione che permetta il mantenimento di un tenore di vita adeguato.
La risposta obbligata di fronte a tali rischi è quella di ricorrere alla Previdenza Complementare.
LA PENSIONE INTEGRATIVA: VANTAGGI ECONOMICI E FISCALI
Ora che abbiamo evidenziato l’importanza di aderire ad un fondo pensione, vediamo quali sono i vantaggi economici e fiscali:
- deducibilità dei contributi versati;
- tassazione agevolata;
- patrimonio gestito da professionisti qualificati;
- impignorabilità e insequestrabilità dello zainetto.
Deducibilità dei contributi versati | Versare i contributi nel fondo pensione porta un importante vantaggio fiscale. Tutti i contributi versati nell’anno solare (con un massimo di 5.164,57 euro) sono interamente deducibili. I contributi versati nel fondo pensione abbattono l’imponibile IRPEF. Se, ad esempio, hai un reddito di 25.000 euro e versi 5.000 euro all’anno nel fondo pensione, il tuo imponibile IRPEF sarà 20.000 euro invece che 25.000.
Tassazione agevolata | Degna di nota è la tassazione sui rendimenti che per i fondi pensione è al 20% (sui rendimenti dei titoli di Stato il 12,50%) contro il 26% di altri strumenti finanziari. A parità di soldi investiti, avere una tassazione più bassa equivale ad un rendimento complessivo più alto.
Altro fattore di vantaggio è dato dalla tassazione agevolata della prestazione pensionistica finale che va dal 15% al 9% in funzione del numero di anni di permanenza nella previdenza integrativa.
Rendimenti più alti | L’orizzonte lungo dell’investimento nel fondo pensione permette ai gestori del patrimonio dei fondi di avere – nei limiti del mandato – maggiori margini di investimento e quindi di ottenere rendimenti potenzialmente più elevati di altri strumenti di investimento.
Impignorabilità e insequestrabilità | I risparmio investito nella previdenza integrativo è molto tutelato e protetto, sia da fallimento delle Compagnie assicurative/ società di gestione che provvedono all’investimento del patrimonio del Fondo che dagli eventuali creditori del singolo aderente.
Infatti, i fondi pensione sono patrimoni autonomi e separati all’interno del patrimonio complessivo del gestore e quindi in caso di suo fallimento il patrimonio accumulato è salvaguardato. Inoltre, le somme versate nel fondo pensione sono impignorabili ed insequestrabili.