Dopo gli anni 60 del secolo scorso, nell’ambito della salute pubblica si sono sviluppate numerose applicazioni mediche e fisioterapiche che abbracciano molti campi della medicina preventiva e di intervento. Una di queste, benché poco nota, è la terapia metacognitiva.
La (MTC) è una forma di psicoterapia di recente sviluppo che si approccia in modo nuovo al trattamento dei disturbi psichici, specie quelli dovuti all’ansia e alla depressione; un modo nuovo per concettualizzare e trattare i disturbi psicologici. Detta terapia è stata introdotta da Adrian Wells e Gerald Matthews nel 1994. È basata sul funzionamento della mente nei processi del pensiero. Per esempio, quando non ricordiamo un nome, pur conoscendolo, le componenti metacognitive, che spesso operano al di fuori della coscienza, ci informano che ciò che non ricordiamo in effetti esiste in memoria, ma non sappiamo dove prenderlo.
Nel caso dell’ansia e della depressione un pensiero quando diventa ripetitivo e negativo (rimuginazione) viene percepito come incontrollabile, producendo distorsione della realtà e stati d’animo costantemente negativi. In questi casi la terapia metacognitiva entra in gioco cercando di ridurre nel soggetto questo tipo di pensiero e riportare la mente sotto il controllo della coscienza.
In questa maniera i pazienti sono invogliati a reagire ai pensieri negativi concentrando la loro attenzione, sensibilità ed emozioni su altri aspetti o pensieri che li riportino alla vita reale, in cui vi siano delle positività.
Infatti, i pensieri sono potentissimi; da essi scaturisce la realtà che viviamo relativa a noi stessi e a ciò che ci circonda, per cui non è importante a “cosa” pensiamo ma a “come pensiamo”.
La sofferenza emotiva dovuta all’ansia o alla depressione deriva non tanto da ciò che pensiamo, ma dal “modo” come pensiamo.
Secondo la terapia metacognitiva, i pazienti che rimangono nella trappola dei propri pensieri negativi possono essere aiutati a diventare più consapevoli degli stili di pensiero disfunzionale e, in questo modo, a modificare le modalità con le quali rispondono ai loro stati d’ansia e alle loro preoccupazioni. Prendere le distanze da essi non è un tentativo di fuga dalla realtà, piuttosto è un rientrare nel gioco della vita, con tutte le sue molteplici esperienze, che l’uomo è chiamato a gestire e non a subire, per il proprio sviluppo e benessere.
In questo la terapia MTC sembra avere imboccato la strada giusta.