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Genova la Superba

“Vedrai una Città Regale, addossata ad una collina alpestre, Superba per Uomini e per Mura, il cui solo aspetto la indica Signora del Mare”

Da tempo volevo portare i miei figli Giada e Giorgio a vedere l’acquario di Genova.

Così, approfittando del ponte del 2 giugno, siamo partiti in direzione Genova la Superba.

Il viaggio in treno devo dire che è molto suggestivo, si costeggia tutta la costa tirrenica passando dal mare laziale a quello toscano fino alle splendide coste del mar ligure, contraddistinte dalle coloratissime case che affacciano a strapiombo sul mare.

Arrivati in stazione passeggiamo sul lungomare fino a quando non arriviamo in albergo, devo dire che a primo impatto Genova si presenta come una città cosmopolita, sicuramente la più cosmopolita d’Italia. Moltissimi sono i venditori ambulanti e le bancarelle che vendono vestiti coloratissimi e cibi etnici.

Bisogna capire un po’ la storia di Genova per capire che negli anni il porto l’ha fatto da padrone portando ricchezze e continui scambi culturali con il mondo.

Essendo arrivati in tarda serata abbiamo giusto il tempo per mangiare in un tipico ristorante genovese e una passeggiata a porto antico per un primo impatto con quello che ci aspetterà domani. La sera la splendida ricostruzione di un galeone spagnolo domina la scena, ma l’antica zona portuale riprogettata da Renzo Piano nel 1992, in occasione delle celebrazioni del cinquecentenario della scoperta dell’America, è divenuta oggi centro turistico della città dove è possibile prendere l’aperitivo, cenare, fare shopping, guardare un film.

È bello vedere le aree giochi che circondano il porto piene di bambini che giocano liberamente in questa vastissima zona pedonale, il tutto mentre le colline fanno da sfondo a questo suggestivo panorama, colorate di giorno e illuminate di sera.

Il secondo giorno è dedicato per lo più alla visita dell’acquario, scrigno prezioso di biodiversità: con i suoi 27 mila metri quadrati, è l’acquario più grande d’Europa.

I bambini fremevano già dal giorno prima e la visita non ci delude.

Sin dalle prime vasche, infatti, all’entrata ci accolgono delle splendide murene sornione e letali allo stesso tempo.

La visita dura tra le 2 e le 3 ore, ma essendoci fermati moltissimo nelle vasche dei pinguini e dei delfini arriviamo a concludere la visita verso l’ora di pranzo.

Abbiamo preso i biglietti integrati che comprendevano anche la biosfera e il Bigo, ascensore panoramico sospeso sopra il porto, entrambe le strutture sono molto belle anche se piccole e comunque la giornata molto calda non agevola la visita specie del Bigo, trasformatosi in una serra.

Il pomeriggio lo dedichiamo a camminare tra i caruggi di Genova, una delle sorprese più affascinanti del centro storico è trovare le botteghe storiche, scoprirle mentre si passeggia per le sue strade assaporando una focaccia o una farinata è un’esperienza unica e autentica.

Vediamo la cattedrale di San Lorenzo, splendida, e come la città è costituita con una mescolanza di stili diversi. Proseguiamo lungo la via fino ad arrivare a piazza De Ferrari, principale piazza di Genova, luogo di ritrovo e di raduno per le importanti manifestazioni cittadine. Al centro c’è la monumentale fontana di bronzo che con i suoi giochi d’acqua ci dona sensazione di freschezza e nuove energie per completare la prima passeggiata.

Non troppo distante dalla piazza si trova spianata Castelletto, raggiungibile con un comodo ascensore scavato nella roccia. La salita su questa balconata al tramonto è qualcosa di indescrivibile.

Vedere Genova dall’alto con il sole che sparisce dietro al mare e donando alla città un colore caldo ed avvolgente dà una sensazione di pace e tranquillità senza eguali.

Con i suoi 113 ettari di superficie è uno dei centri storici medievali più estesi d’Europa.

Quello genovese è un dedalo di vicoli (caruggi) che si aprono inaspettatamente in piccole piazzette, nei vicoli da sempre, si mescolano odori, sapori, lingue e culture diverse.

Stanchi morti passeggiando lungo via Garibaldi, patrimonio dell’Unesco, via circondata da splendidi palazzi della famiglia Rolli ci dirigiamo in una focacceria tipica vicino al molo dove mangiamo buonissime focacce al piatto, spendendo davvero poco. I bimbi dopo una giornata così impegnativa vogliono riprendersi i loro spazi e così dopo cena sembrano essersi ricaricati le pile e vanno a sgranchirsi in uno dei tanti parchi con giostrine che sono disseminati lungo la città, parchi che devo dire sono tenuti benissimo dai cittadini.

Il terzo giorno abbiamo di deciso di dedicarlo alla visita della costa di levante, così prendiamo un tour in barca con direzione Portofino, fermate intermedie a Camogli e San Fruttuoso. Il tempo non è dei migliori e il cielo grigio non mette in risalto il verde di queste acque cristalline, ma devo comunque ammettere che la prima sosta a Camogli vale già da solo il prezzo della gita.

Mi sembra di essere all’interno del film Luca della Pixar, ambientato in realtà nelle cinque terre, dove le casette variopinte e coloratissime si mescolano alla perfezione con il mare. Ci sono già molti bimbi che fanno il bagno e anche i miei erano molto invogliati dalla trasparenza dell’acqua. Con rammarico decidiamo di fermarci solo un’ora in questa cittadina, famosa per le acciughe e per il pesce pescato nella vecchia tonnara.

La gita continua per San Fruttuoso, con la sua splendida abbazia sulla spiaggia e famosa per il Cristo subacqueo. Ci dirigiamo infine nella incomparabile Portofino, cittadina sinonimo di ricchezza e sfarzo. Arrivare dal mare e trovarsi difronte il suo piccolo ma bellissimo porticciolo che affaccia sulla piazzetta principale a sua volta circondata da portici con boutique costosissime, ha un fascino davvero unico.

Il paesaggio è da cartolina e gli splendidi yacht che si trovano ormeggiati non fanno altro che arricchire l’esclusività del posto.

La giornata è stremante con molti saliscendi alla ricerca di un approdo al mare libero per far fare un bagnetto, nelle verdi acque, a mia figlia. Il tutto è stato molto bello, ma con un po’ di rammarico devo dire però che non ho trovato un’anima in questa cittadina, per parafrasare Cocciante la definirei “bella senz’anima”.

Al ritorno in barca siamo stati fortunati ad imbatterci in un branco di delfini i quali tra le onde del battello ci hanno rallegrato con uno dei loro show.

L’ultima mezza giornata la dedichiamo un po’ allo shopping lungo via XX settembre e un po’ a passeggiare e a cercare di capire ancora meglio le tante sfaccettature di questa città, chiamata la Superba per il suo glorioso passato, ma città che da sempre è proiettata nel futuro come poche città al mondo. Credo che quattro giorni appena siano bastati ad assaporare un po’ la città, ma che bisogna viverci molto più tempo prima di capire appieno le sue tante contraddizioni.

Genova è chiamata la superba perché Francesco Petrarca scrisse: “Vedrai una Città Regale, addossata ad una collina alpestre, Superba per Uomini e per Mura, il cui solo aspetto la indica Signora del Mare”, ma ripensandoci mentre tornavo in treno, credo che si possa definire la Superba per quello, ma anche molti altri motivi storici e culturali che l’hanno resa nel tempo una città continuamente alla ricerca del futuro e con una forte anima indipendente.

Andrea Fanesi
Andrea Fanesi
Esecutivo Nazionale FABI Giovani
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