Sorvolando la Estrada Atlântica e la pineta sull’Oceano si può notare un tratto di costa alta, rocciosa e frastagliata che tronca di netto una delle più lunghe, larghe e spettacolari spiagge d’Europa, separandola in due spiagge ben distinte, la “praia da Nazaré” a sud e la “Praia do Norte” a nord.
Cuore di questa suddivisione morfologica è Nazaré. Ormai conoscete la mia filosofia di viaggio, quando visito un luogo cerco sempre di trovare e di assaporare quell’autenticità tipica del posto in cui mi trovo osservando scene di vita quotidiana e le stesse persone.
Mai come in Portogallo ho trovato soddisfazione nell’osservare tutto ciò e ancor più a Nazarè.
La prima cosa che noterai arrivando lungo la strada provinciale è l’immensa spiaggia di Praia di Nazarè che termina con il suo caratteristico promontorio, sovrastato dal Faro. Gli effetti panoramici più spettacolari si godono dal faro, dalla piazza del “Santuario da nossa Senhora de Nazaré” alcune decine di metri alle sue spalle e dall’adiacente “miradouro do Suberco”, insomma proprio dal cuore del centro storico. Ai margini della spiaggia, incontrerai donne con i loro banchetti di pesce essiccato che richiamano i passanti per venderlo, si tratta di un’attività molto tradizionale e folcloristica.
La parte interna della cittadina è una vera e propria immersione nell’anima del Paese. È la parte più vera dove si possono vedere scene della vita quotidiana lontana dalla costa spesso presa d’assalto dai turisti surfisti. Le tipiche casine colorate con fuori le reti dei pescatori messe ad asciugare ci catapultano all’interno di un quadro rurale senza eguali.
Tornando di nuovo verso la spiaggia di Nazaré si viene pervasi da una sensazione di libertà e potenza. La potenza delle onde che si scagliano sulla scogliera liberano tantissimo iodio che ti riempie i polmoni di una freschezza ed energia. D’inverno le onde raggiungono livelli altissimi e per questo quella spiaggia è una meta quasi divina per i surfisti più estremi del mondo alla ricerca dell’onda più alta del mondo da poter cavalcare.
A quanto pare l’ultimo record è del portoghese Hugo Vau che avrebbe “surfato” la “big mama”, un’onda di 35 metri, probabilmente la più grande che un uomo abbia mai cavalcato. Nazaré è un isola in cui la tradizione è ancora abbastanza forte e benché sta assumendo sempre più una collocazione turistica più commerciale devo dire che a volte il tempo sembra essersi fermato.
Vi consiglio se ne avete la possibilità di visitare l’isola prima che il turismo di massa possa ridurre sempre più questa sua autenticità.
A rendere Nazaré speciale è l’insieme dei suoi colori, la cortesia e la semplicità delle persone che la animano, l’atmosfera che si respira appena ci si mette piede.
Qui bisogna fermarsi e saper aspettare, così come un surfista deve aspettare l’onda giusta, posso dire che il Portogallo è un mondo da scoprire passo passo, cercando di catturare ogni piccola sfumatura.
Solo così si può sperare di rendergli giustizia come merita!