giovedì, Maggio 1, 2025
No menu items!
FABI
a cura del Coordinamento FABI Giovani - giovani@fabi.it
HomeViaggi"Dark" side of Mexico

“Dark” side of Mexico

Novembre per le nuove generazioni si identifica sempre più con la festa di Halloween, i miei figli già da una settimana prima cominciano a tirare fuori costumi e decorazioni "macabre"

Sono sempre stato affascinato dal popolo messicano e vista la prossimità temporale con il Día de los Muertos voglio raccontarvi, parafrasando I Pink Floyd, come si festeggia in Messico questa giornata.

Recentemente resa famosa dal bel cartone Disney “Coco” il Día de los Muertos non è una versione messicana di Halloween, ha origini azteche ed è stata proclamata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.

È una festa che celebra la vita piuttosto che la morte, ci ricorda di vivere ogni momento al massimo e affrontare la fine con un sorriso e con la speranza di rivedere un giorno le persone amate che non ci sono più.

Il carattere spiccatamente lugubre della festa anglosassone viene rimpiazzato dall’allegria e dall’ironia.

È un’allegra parata dove i calacas, ovvero gli scheletri colorati, e le Calavera Catrina, la Signora della Morte rappresentata con abiti francesi, danzano festosamente.

Il cuore del Dìa de los Muertos è l’ofrenda, ovvero un altare che viene allestito sia nelle case private che nei cimiteri, ma anche nelle piazze delle città. Non si tratta di altari per adorare, ma rappresentano la porta tra la vita e la morte, per accogliere gli spiriti nel mondo dei vivi.

Nelle ofrende, si trovano diversi elementi: il più importante è la fotografia del proprio caro, senza la quale la sua anima non potrebbe attraversare il ponte per unirsi ai vivi quella notte.

Anche il cibo sulle ofrende è molto importante, in quanto serve a sfamare i morti dopo il lungo viaggio verso la terra dei vivi. Vengono quindi esposti i cibi che piacevano di più ai propri cari ed un bicchiere d’acqua, per dissetare. C’è poi il dolce tipico della festa, il Pan de Muertos, le candele, che devono restare accese tutta la notte, e gli immancabili fiori arancioni tipici di questa festa, i cempasùchil o calendule.

Avevo deciso di seguire le celebrazioni nei dintorni della città di Morelia, una delle città dove la festa è più sentita, e attratto anche dalla migrazione di oltre 60 milioni di farfalle monarca dal Canada e dagli Stati Uniti verso le foreste del Messico centro-occidentale, Uno strepitoso evento naturale che si rinnova ogni anno a fine ottobre.

Arrivati a Morelia ci rendiamo conto di quanto la festa sia sentita e veniamo rapiti dai colori sgargianti che si contrappongono al tema della morte.

C’è musica dal vivo, continue danze e, inebriati dagli odori di tacos, enchiladas, quesadillas, tamales, chilaquiles e altre leccornie tipiche, ci rinfreschiamo con litri e litri di “cerveza”.

Come la maggior parte delle città messicane, il centro di Morelia è costituito dalla piazza principale da una cattedrale, circondato da bellissimi edifici coloniali.

Una semplice passeggiata tra le sue vie lastricate è un incanto e le sue facciate rosa sono magnifiche.

Trascinati dalla folla passeggiamo fino al palazzo del Governo, dove sono esposti dei murales che raccontano la storia del movimento indipendentista del Messico. Proseguendo a piedi, vi troverete ad ammirare un antico acquedotto composto da più di 200 archi.

La nostra passeggiata tra le vie della città è accompagnata da continue musiche e danze; poi stanchi e storditi torniamo in hotel, accompagnati da una serenità e pace interiore che poche volte ho avuto.

Prima di andare a dormire vi consiglio di accendere una candela e porre al suo fianco una foto di una persona cara perduta, vista la magia di questi luoghi non si sa mai…

Andrea Fanesi
Andrea Fanesi
Esecutivo Nazionale FABI Giovani
Articolo precedente
Articolo successivo
ALTRI ARTICOLI
FABI
FABI

I PIU' LETTI

FABI