Montagna, vacanze estive 2021. Mentre passeggio per la strada noto un giardiniere che lavora nel prato di una villetta. È da qualche giorno che lo osservo: sembra molto preciso, attento al particolare, quasi che dopo ogni potatura, voglia prendere il metro per verificare la precisione del taglio. Lo saluto e mi fermo a fare due chiacchiere con lui.
“Buongiorno e complimenti per il suo lavoro”.
“Grazie, fa sempre piacere che qualcuno lo apprezzi”.
Mi risponde.
“È molto scrupoloso nel suo lavoro, cura il minimo dettaglio… Ma per un giardino ne vale veramente la pena?”.
“Certamente, per tutti i lavori dovrebbe essere così. Diamoci del tu però! Che lavoro fai?”.
“Lavoro in banca”.
“E poi nient’altro?”.
“Sono anche sindacalista”.
“Molto bene, questo rende tutto più semplice per spiegarti l’impegno che metto in quello che faccio. Nel tuo lavoro ci saranno sicuramente dei contratti e degli accordi da trattare e da far rispettare: questi sono il vostro giardino. Al di fuori di questi c’è l’asfalto, il deserto, il nulla… Il vostro compito è quindi quello di prendervi cura di questo spazio verde, migliorandolo, impedendo che crescano erbacce che strisciando facciano morire le piante già presenti. Viviamo in un periodo di forti cambiamenti soprattutto nel vostro settore: smartworking, digitale e aggregazioni sono tutte cose che andranno indirizzate, altrimenti come degli arbusti incolti prenderanno direzioni sbagliate, soffocando le altre piante e arrecando così grossi danni a tutto il terreno. Dovrete stare anche attenti a chi vuole spostare certi alberi in un altro giardino: una volta sradicata e trasportata altrove la pianta spesso muore.
Questo processo viene chiamato esternalizzazione”.
Le parole del giardiniere mi lasciano sbigottito: mai avrei pensato che due lavori così diversi potessero essere talvolta così simili!
In effetti ha ragione: dopo l’estate piovosa arriverà comunque un autunno caldo, soprattutto in banca, e dovremo curare i nostri giardini. Le nostre “aree verdi” non sono solo le nostre filiali e le succursali, ma anche i nostri accordi, i contratti integrativi, ma soprattutto il nostro Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. È questo il giardino più importante che va difeso, aggiornato e in ogni caso applicato. Difenderlo significa anche impedire che esternalizzazioni, passaggi di proprietà, acquisizioni senza scrupoli provochino licenziamenti spregiudicati come, purtroppo, vediamo in altri settori.
Fortunatamente l’attenta gestione della FABI e delle altre organizzazioni sindacali ci ha lasciato due belle fontane alle quali poter attingere: il Fondo Esuberi e il FOC (Fondo per l’Occupazione). Grazie a questi fondi, alimentati dalle banche stesse, è stato possibile gestire il passaggio generazionale, prepensionando 70.000 lavoratori circa e assumendo 30.000 giovani.
Tutta la FABI, sarà vigile in questi mesi e in questi anni che verranno perché i lavoratori siano protagonisti delle scelte future, non marionette o pacchi da spostare a seconda del bisogno. I cambiamenti vanno governati, gestiti e, se particolarmente ingiusti o svantaggiosi vanno impediti.
Ringrazio il mio interlocutore per la spiegazione, lo saluto un’ultima volta mentre sento una voce che mi chiama in lontananza: è mia moglie. Mi sta chiedendo se sto bene, visto che mi sono fermato all’ombra di un albero mentre sistemavo il prato e le piante… ho sognato tutto, anche la vacanza! Un sogno di un pomeriggio di mezza estate… o forse quel giardiniere esiste davvero? In fondo, se il nostro giardino è il CCNL, conosco molti giardinieri della FABI!