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a cura del Coordinamento FABI Giovani - giovani@fabi.it
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Politicamente corretto…

Certe cose si pensano ma non si dicono...

Ipocrisia allo stato puro, si dice quello che non si pensa e si pensa quello che non si dice.

La Treccani definisce l’espressione politicamente corretto: “il riconoscimento delle minoranze etniche, di genere ecc. anche attraverso l’uso più rispettoso del linguaggio”.

Espressioni come handicappato o bidello non sono politicamente corrette, espressioni come diversamente abile e operatore scolastico sono politicamente corrette. quindi, se parcheggiassi in un posto riservato ai diversamente abili (non avendone diritto) mi ritroverei nel caso in cui sono politicamente corretto nelle espressioni, ma nei fatti sarei una massa fecale solida di forma cilindrica (per essere politicamente corretto).

Pensiamo alla vita di tutti giorni, la commessa, il cassiere, il netturbino sono tutte espressioni di professioni ormai utilizzate come forma di disprezzo secondo il politicamente corretto, però il non salutare, il non ringraziare, il gettare a terra un rifiuto sono molto più gravi rispetto all’utilizzare espressioni “vecchie” che in realtà non disprezzano nessuno?

Ci rendiamo conto che disprezziamo il lavoro degli altri con i nostri comportamenti da maleducati? E quante volte capita anche a noi bancari di subire vessazioni quando lavoriamo a contatto con il pubblico? Invece di riempirci la bocca solamente con espressioni politicamente corrette pensiamo a rispettare con i gesti di tutti i giorni il prossimo educando i nostri figli al rispetto verso gli altri. Non deleghiamo a Youtube o altri canali l’educazione dei nostri figli, riprendiamo gli insegnamenti dei nostri genitori che facevano del buon esempio la migliore educazione.

Evitiamo di parcheggiare, anche se per pochi minuti, negli spazi dedicati alle persone “diversamente abili” ed evitiamo di avere comportamenti non consoni nei confronti di chi lavora perché sentire un ragazzino di 12 anni dire ad una persona che sta lavorando “sei pagata per pulire… sbrigati” è un fallimento per la famiglia e per la società tutta.

Sia ben chiaro che non sono contro il politicamente corretto, ma cerco di aprire gli occhi a chi pensa che l’unico problema sia il politicamente scorretto.

La censura riporta alla mente gli anni 30 del secolo scorso, che sono stati tra i più bui di sempre… a proposito di censura. Come non ricordare che lo scorso 1° maggio c’è stata una grossissima polemica tra la tv di stato nazionale e un cantautore perché ci sarebbe stato un tentativo di censura. Siamo sicuri che non ci siano anche altri problemi nel nostro paese? Siamo sicuri che la censura e la difesa dei diritti non siano usati in modo strumentale? Ci sono lavoratori che sono costretti ad urinare sul proprio mezzo di lavoro perché non hanno il tempo necessario per le consegne però questo non viene denunciato. Come mai? Riflettiamoci anche se la risposta è molto chiara. Qualsiasi tipo di discriminazione o mancanza di rispetto è da denunciare, ma a volte con la censura si cade nell’ipocrisia e nel ridicolo. Sicuramente le espressioni sono molto importanti, però quello che conta di più sono i comportamenti.

Sinceramente la censura sulla fiaba della Bella addormentata mi sembra veramente fumo negli occhi. I problemi sono altri ma si continua a far finta di niente.

Viene in aiuto Caparezza che con la sua canzone “Io vengo dalla luna”. Recita quanto segue:

Io non sono nero

Io non sono bianco

Io non sono attivo

Io non sono stanco

Io non provengo

da nazione alcuna

ma io sì ti porto sulla luna.

Non siamo nulla e non apparteniamo a nessuna categoria siamo esclusivamente esseri umani, spesso ce ne dimentichiamo.

Alessandro Drago
Alessandro Drago
Esecutivo Nazionale FABI Giovani
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