I primi caldi hanno risvegliato in me passioni giovanili per gli acquapark e la voglia di fare giochi d’acqua rinfrescanti.
Pensando a questo ho deciso di raccontarvi il viaggio alle Cascate del Niagara, viaggio benché molto commerciale, mi è rimasto nel cuore per le emozioni primordiali che è riuscito a trasmettermi.
Iniziamo con il dire che le cascate del Niagara sono in parte Canadesi ed in parte Statunitensi, la parte al dire di tutti più suggestiva si trova in territorio canadese.
Si possono facilmente raggiungere da Toronto e sono tappa obbligata per chi vuol visitare il Canada partendo dalla costa orientale.
Arrivati sul posto si rimane un po’ titubanti, le cascate non sono grandi e maestose come le cascate Vittoria, sembrano più due torrenti “capricciosi”. Precisiamo che le cascate sono due e sono distanti fra di loro alcune centinaia di metri, e ognuna sembra abbia una sua velocità e vita differente dall’altra.
La gente, come immaginavo era tanta e questo turismo di massa probabilmente in un primo impatto toglie forza alle cascate stesse.
Ma poi basta allontanarsi dai percorsi più battuti e ci si ritrova soli con il rumore dell’acqua fragoroso ed incensante che ci rimanda a ricordi primordiali. È incredibile la potenza della natura, acqua che scorre incessante, continua, possente.
Per vedere meglio le cascate, e allontanarsi dalla massa di gente, abbiamo camminato lungo tutto il fiume, partendo dal Rainbow Bridge. Nella parte centrale c’è il massimo affollamento ed è qui che si concentrano le attività come la crociera, Hornblower, e da qui si parte anche con la Zip Line, probabilmente è questo il punto di osservazione più bello.
C’era ancora qualcosa che non mi convinceva pienamente qualcosa che nonostante l’indubbia bellezza del luogo, mi bloccava nell’entrare in empatica completamente con le cascate. Così ho deciso di intraprendere due percorsi differenti.
Con l’esperienza del Journey Behind the Falls (percorso sotto le cascate), si riesce a sentire fino in fondo la forza della natura, subito si passa sotto una caverna qui il rumore dell’acqua si fa un suono pieno e continuo, ti dà l’impressione che ti stia cadendo addosso.
Una volta usciti dalla caverna ti trovi la cascata di fronte imponente. Qui hai l’ennesima conferma di come l’uomo sia impotente davanti alla forza e alla bellezza della natura. È rigenerante passare il tempo avvolti da tale forza, ma benché vestiti con impermeabili e scarpe in Goretex eravamo zuppi come appena usciti dalla doccia e il vento che si stava alzando con l’arrivo della sera ci suggerisce di tornare in albergo per una bella doccia calda.
Il giorno dopo ho voluto provare la “Zip Line” a vederla da fuori fa più paura che farla. Vedere questo cavo d’acciaio che sorvola le cascate e le persone imbragate che spariscono tra le nubi d’acqua ti fa “salire” un po’ d’ansia. Ma poi una volta imbragati e indossato il caschetto ci si butta e la paura sparisce, anzi si arriva talmente velocemente dall’altra parte che ti rimane un po’ di amaro in bocca in quanto la vista è spettacolare e vorresti godertela per più tempo.
Dopo queste due esperienze più esclusive non potevo concludere il mio viaggio senza provare la crociera sulla Hornblower. Sì proprio quella crociera barca che si vede nei filmati piena di gente tutti con il poncho rosso. La barca era piena di gente, all’inizio potevi vedere solo rosso ovunque, mentre manmano che la barca ha iniziato ad avvicinarsi alle cascate non riesci a vedere neanche più quello. Le nuvole d’acqua non ti permettono di vedere oltre il tuo naso e come i bambini ridi come un pazzo mentre l’acqua ti entrava a secchiate da tutte le parti. Le cascate non riesci a vederle però le vivi! Sei parte integrante delle cascate e ti diverti tantissimo, sembra di essere in un acquapark.
Finita la gita alle cascate del Niagara, devo ammettere che mi hanno piacevolmente sorpreso, non per la bellezza scenografica di cui ero certo, ma più che altro per l’intimità che la forza dell’acqua ti trasmette in barba al turismo di massa che fa di tutto per omologare e non facendoti godere dell’animo dei luoghi.