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Comunicazione a distanza

L’attuale secolo, il XXI, è iniziato il 1° gennaio 2001 e terminerà il 31 dicembre 2100. Appena prima della sua nascita però, alcune innovazioni avevano già cambiato il nostro modo di aggiornarci e comunicare.

Quasi 40 anni fa ad esempio, nasceva il Televideo, un ibrido tra una televisione e un giornale (qualcuno lo definisce una televisione scritta o un giornale su schermo).

A suo modo precursore di quelle che sarebbero poi state le pagine web.

Gratuito, aggiornato quasi in tempo reale e sempre consultabile, il Televideo sembrava il futuro.

E sebbene ci mise piuttosto poco a diventare il passato, ebbe comunque un decennio abbondante di notevole rilevanza, con una coda lunga di popolarità che si protrasse fino agli anni Duemila inoltrati.

E il Televideo esiste ancora e una ventina di persone lavorano quotidianamente per tenerlo in funzione.

Nel 1996, il mondo della tecnologia ha visto un altro strumento diventato poi un cult.

Stiamo parlando del telefono cellulare per antonomasia, il Motorola StarTac.

Per due milioni di lire (prezzo proibitivo per molti consumatori all’epoca) si poteva parlare senza fili e senza entrare in cabine telefoniche pubbliche. Questo telefonino ha avuto un impatto così altisonante che, nel 2005 la rivista PC World l’ha inserito al 6° posto nella classifica “The 50 Greatest Gadgets of the Past 50 Years”.

Oggi e specialmente negli ultimi 10 anni, le possibilità di apprendere notizie e comunicare tra persone diverse sono quasi infinite.

Social network, connessioni internet super veloci, smartphone con relative app e rete 5G…

Anche la FABI nella comunicazione investe moltissimo tempo e risorse.

Perché ci crede. Perché pensa ad essere di aiuto e supporto.

Ha potenziato i suoi “canali” per arrivare al maggior numero di persone perché, in questo momento storico, in cui la distanza è diventata la norma, il nostro sindacato vuole essere vicino ed esserci sempre come punto di riferimento.

Alcuni dati pubblicati recentemente evidenziano come la distanza tra le persone stia assumendo una connotazione grave in alcuni ambiti, specialmente tra gli adolescenti e bambini.

Basti vedere l’aumento percentuale dei malati nei reparti neuropsichiatrici infantili: senza scuola e senza più contatti sociali, molti ragazzi hanno iniziato a manifestare problemi mentali, che vanno da atti di autolesionismo ad importanti disturbi alimentari.

I genitori che non si recano più al lavoro, oltre a gestire i figli devono far coesistere l’attività professionale in ambienti domestici, quasi mai idonei, condividendo tra l’altro i device per tutti i componenti del nucleo familiare.

In alcune province, anche l’asilo viene vissuto a distanza, col pc…..

Ci auguriamo davvero che il lavoro a distanza (smart working), la DAD, e tutte le altre restrizioni attualmente in vigore non lascino cicatrici troppo profonde, sia nel tessuto economico sia in quello sociale.

Chiediamo alle aziende e al legislatore di tenere in considerazione gli impatti che la distanza comporta, a tutti i livelli.

Confidando che il rimedio iniziale non possa, non debba diventare un nuovo problema forse troppo grande da gestire.

Continuerà ad essere indispensabile il monitoraggio costante dei rischi di tecnostress e dei possibili conflitti lavoro-famiglia.

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