L’11 gennaio 2021 rappresendelle entrate – Riscossione (Ader).
È dell’11 gennaio 2021, infatti, la sentenza n. 346 emessa dal Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quarta) che rigetta definitivamente l’appello proposto da Dirpubblica – Federazione del Pubblico Impiego – e, per l’effetto, conferma la sentenza impugnata del Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio n. 6307 del maggio 2019.
Per i lavoratori e le lavoratrici ex Equitalia SpA si chiude così, definitivamente, ed in maniera positiva, una brutta pagina apertasi all’indomani della riforma del settore riscossione.
Per una maggiore comprensione, è utile ripercorrere brevemente alcune delle tappe di questa complessa vicenda.
In particolare: la legge n. 225/2016 disponendo lo scioglimento delle Società del Gruppo Equitalia (con l’esclusione della sola Equitalia Giustizia) ha previsto la costituzione, dal 1° luglio 2017, dell’Ente pubblico economico Ader, nonché la cessione da Equitalia S.p.A. al Ministero dell’Economia e delle Finanze dell’intero pacchetto azionario di Equitalia Giustizia S.p.A.
A seguito della soppressione di Equitalia S.p.A., per espressa previsione legislativa, tutto il personale impiegato ex Equitalia è confluito nel nuovo ente pubblico economico della riscossione “senza soluzione di continuità”.
È proprio all’interno di questo già complesso ed articolato quadro che Dirpubblica ha dapprima proposto ricorso al TAR per il Lazio, sez. I (sentenza 23 maggio 2019 n. 6307) e successivamente proposto ricorso in appello innanzi al Consiglio di Stato, sez. IV (sentenza n. 00346/2021).
Presupposto dell’azione di Dirpubblica – si legge in un comunicato unitario dei Sindacati FABI, First Cisl, Fisac Cgil e Uilca – “l’illegittimità costituzionale del passaggio dei dipendenti da Equitalia SpA ad Agenzia delle Entrate Riscossione “senza soluzione di continuità” ossia senza effettuare un concorso pubblico, non tenendo in considerazione la natura privatistica di tale rapporto di lavoro”; nonché, si legge sempre nella nota, “la messa in discussione della stessa validità circa la trasformazione di Equitalia in Ente pubblico economico, chiedendo che non fossero effettuate le procedure di legge propedeutiche all’avvio della riforma”.
A distanza di quasi quattro anni, con la sentenza n. 00346/2021, può dirsi oggi definitivamente chiusa questa brutta pagina della storia della riscossione.
Il Consiglio di Stato difatti, rigettando il ricorso in appello e confermando la sentenza impugnata, ha ribadito il difetto di legittimazione attiva e di interesse ad agire della Federazione del pubblico Impiego rispetto alla vicenda che ha interessato la metamorfosi di Equitalia ed il conseguente transito dei dipendenti nel nuovo ente pubblico economico.
Quanto alla carenza di legittimazione attiva, si evince dalla sentenza, essa è da ravvisarsi nel fatto che “la Dirpubblica svolge la propria attività sindacale, come dalla stessa affermato, nell’ambito dei lavoratori delle pubbliche amministrazioni”. È in relazione a tale contesto, inoltre, che deve essere verificata la sussistenza di un interesse collettivo ad agire in titolarità all’associazione sindacale.
Ergo, non è possibile individuare la legittimazione e l’interesse ad agire in capo all’appellante – si legge in sentenza – “laddove venga effettuato (sulla base di una espressa previsione legislativa) un trasferimento di personale da soggetti di diritto privato (il gruppo Equitalia S.p.A) ad un costituendo, e poi costituito, ente pubblico economico”. Nel caso di specie, infatti, si è fuori dall’alveo del pubblico impiego.
Ad abundantiam, aggiunge il Consiglio di Stato, “gli enti pubblici economici ed i loro dipendenti non sono ricompresi tra le amministrazioni pubbliche”.
Per concludere, Dirpubblica – non rappresentando i lavoratori privati dell’Ente Riscossione, è carente di qualunque legittimazione ed interesse ad agire rispetto alla vicenda.
Viva soddisfazione è stata espressa dalla FABI e dalle altre organizzazioni sindacali che sin da subito si sono costitute “ad opponendum” per sostenere l’infondatezza dell’azione di Dirpubblica e tutelare tutti i lavoratori e le lavoratrici del settore riscossione.