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Trekking in Africa

Sebbene quando pensiamo all’Africa ci vengono in mente radure sconfinate ed animali selvaggi, io vorrei illustrarvi un Africa diversa, raccontarvi la possibilità di fare trekking su una montagna equatoriale innevata e salire sul tetto dell’Africa!

Nel cuore del Mount Kilimanjaro National Park svetta il Kilimanjaro, la montagna più alta del continente africano, nonché uno dei vulcani più alti del mondo oltre ad essere tra le montagne più elevate non appartenenti a una catena.

Proprio il fatto di non appartenere a nessuna catena montuosa fa sì che i panorami siano unici e spettacolari ergendosi dai campi coltivati delle fattorie che si estendono ai suoi piedi, andando su pendii che presto diventano foreste e ancora praterie, concludendo con un paesaggio lunare. Dalla sua cima si possono ammirare le distese equatoriali con elefanti, giraffe e rinoceronti, mentre la foresta pluviale alle pendici del Kilimanjaro ospita molte specie animali, tra cui bufali, leopardi e scimmie.

Il trekking sul Kilimanjaro sta diventando sempre più reclamizzato e richiama ogni anno circa 25mila escursionisti, in parte facilitato dal fatto che sia possibile camminare fino alla vetta senza l’impiego di corde e di tecniche alpinistiche. Bisogna dire che, a fronte di migliaia di escursionisti che raggiungono l’Uhuru Peak senza grandi difficoltà, ce ne sono molti di più che non ce la fanno perché soffrono il mal di montagna. Inoltre, ogni anno alcuni escursionisti perdono la vita lungo l’ascesa, quindi, come sempre non va mai sottovalutata la montagna, ma va scalata nel rispetto e per le caratteristiche che ogni luogo ci offre.

La zona del Kilimanjaro occidentale viene spesso trascurata sopraffatti dalla fretta di dedicarsi all’ascesa della montagna, oppure distratti dai numerosi parchi per safari che ci sono nella parte settentrionale. Questo è un vero peccato, perché questa parte comprende il territorio Masai fino al confine con il Kenya, ed è una regione interessante, grazie alla savana e alla grande quantità di fauna selvatica che ospita.

Questa zona è un’importante area di dispersione dei leoni del Kenya meridionale e rientra anche nel “autostrada” degli elefanti che collega l’Amboseli National Park, in Kenya, con il Mount Kilimanjaro National Park. Nelle tappe intermedie, necessarie comunque per acclimatarci sono varie le opportunità di organizzare escursioni a piedi, attività incentrate sulla cultura Masai e uscite a cavallo.

Certo non è facile superare i 5.000 metri, ma devo dire che la fatica è premiata dalla natura selvaggia e dal cielo incontaminato che ti rapisce l’anima. In Africa sono davvero stupende le stelle, l’alba e il tramonto, si vedono costellazioni che a noi europei sono nascoste e guardare sdraiati il cielo di notte ti fa sentire un tutt’uno con l’universo. I suoi orizzonti e il colore particolare che si ha in determinate ore della giornata creano un legame intimo e profondo con questa terra, forse anche per questo spesso quando si lascia o si sta per lasciare questi luoghi si parla di “mal d’Africa”.

Per salire sul tetto d’Africa impieghiamo una settimana, i paesaggi cambiano di passo in passo, e man mano che ti avvicini alla sommità si passa dalla foresta equatoriale verde e rigogliosa ai ghiacciai perenni, attraversando paesaggi “lunari” residui di antiche colate laviche, tutto questo è il trekking sul Kilimanjaro!

Come spesso accade quando si è in procinto di terminare il nostro viaggio facciamo delle riflessioni e anche se già in molti documentari e libri tutto questo è già stato immortalato, devo dire che qualsiasi foto non rende giustizia allo splendore che ci si trova di fronte!

Devo ammettere che alla fine anche noi siamo stati colpiti dal “mal d’Africa”.

Andrea Fanesi
Andrea Fanesi
Esecutivo Nazionale FABI Giovani
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