Negli ultimi anni però c’è stato un cambiamento rispetto al passato. Sono molti di più i giovanissimi che vengono lanciati nel calcio che conta e quindi assistiamo sempre più spesso a storie di baby fenomeni che sono già campioni affermati, ma al contempo sono altrettanti i giovani che si “bruciano” prestissimo.
Il 2024 non ha fatto eccezione, regalandoci storie di giovani che sono riusciti a far emergere il loro talento ma anche quelle di coloro che non ce l’hanno fatta.
Lamine Yamal è il nome che più risalta tra le giovani stelle consacrate. L’attaccante spagnolo, di origini marocchine, ha impressionato il mondo per la sua precocità e il suo talento cristallino. Classe 2007, Yamal ha esordito con il Barcellona a soli 15 anni, diventando uno dei giocatori più giovani a scendere in campo in Liga e a segnare con la nazionale spagnola. Nel 2024, Yamal si è consolidato come titolare nella squadra blaugrana, mostrando una maturità impressionante per la sua età. La sua capacità di dribbling, visione di gioco e freddezza sotto porta lo hanno reso uno degli astri nascenti più luminosi del panorama calcistico europeo. La sua consacrazione definitiva è avvenuta quest’estate durante l’Europeo disputato in Germania dove la Spagna di Lamine ha trionfato supportata dalle grandi prestazioni del suo baby fenomeno. Un altro nome di spicco è sicuramente quello di Jude Bellingham, che a 21 anni è già considerato tra i migliori centrocampisti al mondo. Dopo il trasferimento al Real Madrid nel 2023, Bellingham ha da subito conquistato il Santiago Bernabéu con prestazioni da veterano, raggiungendo la cifra monstre di 25 gol stagionali alla sua prima stagione in maglia bianca, un numero impressionante se si pensa che la sua posizione in campo è quella di centrocampista. La combinazione di tecnica, fisicità e intelligenza tattica lo hanno già reso uno dei giocatori più completi della sua generazione.
Pedri e Gavi, (20 e 22 anni) anch’essi del Barcellona, si sono già imposti come pilastri del centrocampo della loro squadra di club e della nazionale spagnola. Pedri, nonostante qualche infortunio, ha mostrato una crescita costante, confermandosi come l’erede di Iniesta, mentre Gavi ha impressionato per la sua aggressività e qualità tecnica guadagnandosi l’etichetta di “insostituibile”. Non possiamo infine non citare di Bukayo Saka (23 anni). Già protagonista con l’Arsenal e la nazionale inglese, Saka sta migliorando le sue performance di stagione in stagione, diventando uno dei giocatori più decisivi della Premier League.
L’altra faccia della medaglia è quella dei giovani che non sono riusciti a mantenere le promesse e ad affermarsi nonostante fossero stati definiti tra gli astri nascenti del pallone. Uno dei casi più emblematici è quello di Ansu Fati, che come il suo compagno di squadra Yamal nelle giovani del Barcellona inizialmente sembrava destinato a diventare il volto del post-Messi. Tuttavia, una combinazione di infortuni, calo di forma e problemi caratteriali lo ha portato a un declino precoce portandolo oggi ad aver lasciato la Spagna cercando una rinascita in prestito al Brighton in Premier League. Come lui possiamo citare anche calciatori del calibro di Dele Alli, Joao Felix, Renato Sanches e tanti altri. Il destino delle giovani promesse è influenzato da molteplici fattori. La pressione mediatica, il contesto tattico, gli infortuni e la stabilità personale giocano un ruolo cruciale. È molto più facile bruciarsi piuttosto che emergere. Specie a quell’età.
Il calcio continua a regalarci nuove stelle, ma ci ricorda anche quanto sia fragile il percorso verso l’élite. I successi di giovani come Yamal e Bellingham sono motivo di ispirazione, mentre le difficoltà di altri ci insegnano l’importanza di sostenere i talenti anche nei momenti più difficili.