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a cura del Coordinamento FABI Giovani - giovani@fabi.it
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Sole di Mezzanotte

Se siete amanti dei viaggi nelle regioni polari vi sarà probabilmente capitato di vedere un insolito spettacolo che la natura, in quelle zone, sovente ci regala: il sole di mezzanotte.

Fenomeno naturale così incredibile che secondo gli appassionati varrebbe la pena, almeno una volta nella vita, ammirare: il gioco di colori con la strana sensazione che ne deriva. Ovviamente bisogna essere fortunati, perché solo in alcune giornate è possibile vivere cotanta bellezza.

Se avete fantasticato su quanto di così bello possa accadere unendo due corpi apparentemente inconciliabili in natura, potete anche immaginare come spesso si senta un giovane in banca. Spesso catapultati nel mondo del lavoro dopo gli studi e senza un’adeguata formazione sul campo, per i giovani italiani è come trovarsi nel posto giusto, ma nel momento sbagliato. Insomma, un po’ come il sole a mezzanotte. Se in passato, infatti, il posto in banca era sinonimo di stabilità – requisito indispensabile nella ricerca di un lavoro – oggi nel dizionario lavorativo delle nuove generazioni la parola più cliccata è “flessibilità”.

E così aziende e sindacato sono da molto tempo impegnate nel ricercare soluzioni condivise per ridare attrattività al settore del credito mediante politiche sociali e retributive che possano andare nella direzione desiderata dalla nuova generazione.

Di fatto, i giovani italiani cercano come requisito essenziale ciò che gli inglesi chiamano work-life balance, letteralmente una certa armonizzazione tra vita privata e lavoro, ma non solo. A differenza delle precedenti generazioni, sono alla ricerca di ambienti di lavoro inclusivi e rispettosi delle diversità con dei leaders che abbiano a cuore le sorti della comunità e del pianeta e che adottino pratiche ambientali sostenibili. Inoltre, diventa sempre più importante nella scelta la presenza di percorsi di carriera trasparenti basati su principi di equità. Insomma, non poco.

Una domanda sorge dunque spontanea: le nostre banche sono davvero pronte ad accogliere le future generazioni? Il processo di transizione, soprattutto nei grandi gruppi, è già iniziato, ma è evidente che nei prossimi anni ci sarà una spietata concorrenza che decreterà le aziende più o meno attrattive e, quindi, ricettive.

La FABI – insieme con le altre organizzazioni sindacali – è da molti anni impegnata nel ridare lustro alla nostra categoria per renderla appetibile alle future generazioni. La costituzione del Fondo per l’occupazione nel 2012 è stata prova tangibile di grande lungimiranza, un’intuizione senza precedenti che ha permesso l’introduzione nel settore di circa 40 mila giovani bancari. L’impegno è stato suffragato anche nella recente sottoscrizione del CCNL, confermato nella sua centralità come punto saldo e garanzia di equità fra gruppi bancari e lavoratori, che ha previsto un’estensione del raggio d’azione del FOC stesso con l’aumento delle previsioni economiche per le banche che assumono giovani fino a 36 anni.

Alla stessa maniera sono stati garantiti aumenti economici ampiamente superiori rispetto alle altre categorie e le novità normative introdotte fanno del contratto collettivo dei bancari un grande traguardo e allo stesso tempo un punto di partenza per disegnare un settore su misura per i giovani. Un contratto che guarda al futuro e che prova a contrastare il processo di riduzione degli organici già in atto, da oltre un decennio nel settore, prevalentemente per il tramite di piani industriali “taglia e cuci” ai quali si potrebbe aggiungere la mancanza di giovani da reclutare per i già noti motivi.

A tal proposito si registrano in aumento i “consulenti finanziari” a contratto ibrido fra i nuovi bancari (ma anche fra i vecchi che decidono di cimentarsi in questa nuova esperienza) tanto che secondo alcune stime, sono già oltre 50 mila gli iscritti regolarmente all’albo dei consulenti. A tal fine, risultano essere proprio i giovani i “prescelti” per questa nuova figura di “bancario a metà”, in quanto preferiscono sempre più spesso barattare la stabilità economica con la flessibilità lavorativa, accettando in pratica prospettive di crescita a breve termine.

Il rischio è che questa grossa fetta di giovani lavoratori possano essere un giorno ricordati come il sole di mezzanotte, che seppur bellissimo e in grado di unire due elementi tra di loro dissonanti, dura troppo poco per essere goduto in tutto il suo splendore.

D’altronde come racconta l’autore spagnolo Lorenzo Olivan: “Il sole dell’alba è sempre una promessa.

Quello del mezzogiorno, implacabile, ci giudica. E quello del tramonto, irrimediabilmente ci ha già condannato”.

Alessandro De Riccardis
Alessandro De Riccardis
Coordinatore Nazionale FABI Giovani
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