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735.612.496. No, non stiamo dando i numeri…

Questi che leggete sopra sono purtroppo i giorni delle liste d’attesa in Italia per effettuare rispettivamente un ecodoppler cardiaco in Lombardia, una visita endocrinologica in Sicilia e una visita dermatologica in Friuli. Pazzesco direte voi. Surreale, sarà sicuro uno scherzo… e invece no cari lettori. Questi sono solo alcuni dei dati emersi dal report sulle liste di attesa dal nome “La salute non può attendere” predisposto da Federconsumatori e Fondazione Issco del 5 giugno scorso

Siamo in Italia e sebbene la salute sia un diritto fondamentale sancito dall’articolo 32 della Costituzione e in più la legge 833/1978 (istitutiva anche del SSN) stabilisca i principi dell’Universalità, dell’uguaglianza ed equità, la situazione attuale è purtroppo ben lontana.

La pandemia del 2020 non ha fatto altro che aggravare le criticità già esistenti nel settore sanitario e nel sistema di welfare.

Le cause da ricercare sono tra le più svariate:

  • carenza di personale sanitario. Il numero di medici, infermieri e altri professionisti sanitari è insufficiente a coprire il fabbisogno della popolazione, soprattutto in alcune specialità e aree geografiche;
  • insufficienza di risorse economiche. Il sistema sanitario pubblico italiano soffre di una cronica carenza di risorse economiche, che limita la possibilità di assumere nuovo personale, acquistare nuove tecnologie e adeguare le strutture esistenti;
  • inefficienza organizzativa. In alcune strutture sanitarie, l’organizzazione del lavoro e la gestione delle liste d’attesa non sono ottimali, causando ritardi e disagi per i pazienti.

D’altro canto, bisogna ammettere che per ridurre le liste d’attesa e risolvere il problema, il governo ha comunque messo in atto diverse misure, in primis aumentare il fondo per il SSN, non solo al fine di assumere nuovo personale e potenziare l’offerta di prestazioni, ma anche per incrementare la sanità digitale e semplificare così l’accesso alle prestazioni e ridurre la necessità di recarsi fisicamente presso le strutture stesse.

Sono stati inoltre definiti nuovi tempi massimi per le visite specialistiche e gli esami diagnostici che possono essere erogati al di fuori dei ricoveri ospedalieri. Peculiare è, invece, l’introduzione di una specie di sistema di “garanzia di attesa” per le prestazioni ospedaliere. In altre parole i pazienti che necessitano di un intervento chirurgico o di altra prestazione ospedaliera urgente hanno diritto a ricevere la prestazione entro un tempo massimo definito.

Anche se le misure messe in atto negli ultimi anni hanno contribuito a ridurre i tempi di attesa per alcuni servizie a migliorare l’accesso alle cure, le liste d’attesa restano ancora purtroppo un problema serio per molti cittadini italiani. 

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