La nostra organizzazione ha sempre dimostrato negli anni che la tecnologia non è da osteggiare, ma da gestire per evitare eventuali ricadute sui lavoratori.
Ma che cos’è l’intelligenza artificiale? E come potrà cambiare il nostro settore? La definizione di intelligenza artificiale è la tecnologia di base che consente di simulare i processi dell’intelligenza umana attraverso la creazione e l’applicazione di algoritmi integrati in un ambiente di calcolo dinamico. Da più parti si sentono dichiarazioni rispetto al fatto che l’intelligenza artificiale migliorerà le performance aziendali e che la stessa porterà ad una riduzione dei rischi e ad un taglio di costi.
Se tutto ciò è vero risulta evidente che economicamente i benefici potrebbero essere importanti, ma a che prezzo? L’uomo in questi processi che ruolo avrà?
In gergo “human in the loop” ovvero il mantenere al centro del processo la conoscenza umana e la propria esperienza sarà realmente applicato da tutti? Nel nostro settore l’intelligenza artificiale è già utilizzata da anni negli investimenti, utilizzando una sorta di standard rispetto ai comportamenti degli investitori. L’utilizzo fatto nella prevenzione delle frodi, nelle concessioni del credito e nella gestione dello stesso sono i maggiori utilizzi conosciuti nei nostri istituti, senza considerare quelle che vengono individuate come operazioni routinarie. Tutto ciò, tuttavia, rischia di penalizzare un elemento fondamentale nelle relazioni sociali:l’empatia dell’uomo, soprattutto nella concessione del credito e nel rapporto con il cliente. L’intelligenza artificiale non dovrà sostituire l’uomo, in quanto ricordiamo che i miglior risultati, in tema di credito, li ebbe il banchiere Amedeo Giannini (fondatore della Bank of America) che con le “sue strette di mano” (nei primi del 1900) aveva una percentuale di “buoni pagatori” pari al 96%. Le domande sono molte e le risposte ancora poche. È un fenomeno in crescita tutto da esplorare, ma la FABI è già a lavoro per anticipare le criticità che potranno crearsi nel nostro settore. Nessuno è contro l’intelligenza artificiale, ma occorre presidiare che, la stessa, non venga utilizzata quale espediente per eventuali diminuzioni di posti di lavoro, bensì a supporto dell’attività umana, che vedrebbe così migliorare i processi aziendali e la qualità della vita dei lavoratori.
Il fattore umano è determinante per la buona riuscita di qualsiasi azienda e ci auguriamo che le banche siano realmente dello stesso parere. Anche perché, se così non fosse, troveranno un fronte sindacale unito e pronto a rivendicare la centralità delle persone.
La FABI, come sempre, è pronta ad affrontare questa ennesima sfida con la professionalità, la voglia e la forza che ci ha sempre contraddistinti negli anni.