COME FUNZIONA NEL 2023 IL TRATTAMENTO INTEGRATIVO IRPEF
Nel 2023 il Trattamento Integrativo Irpef è riconosciuto fino ad una soglia massima pari a 1.200 euro, che vengono erogati nell’arco di dodici mensilità pari a 100 euro ciascuna. L’importo massimo del bonus varia a seconda del reddito del lavoratore come sottoindicato:
- a quanti percepiscono un reddito massimo pari a 15.000 euro viene riconosciuto l’ex bonus Renzi nella sua formula piena: 1.200 euro lordi all’anno;
- a quanti percepiscono un reddito oltre i 15.000 e fino a 28.000 euro spetta la differenza tra le detrazioni e l’imposta lorda. L’importo del contributo si riduce se le altre detrazioni, tra le quali rientrano quelle per i familiari a carico, per il mutuo prima casa e per i lavori edilizi superano l’imposta lorda dovuta, sempre entro il limite massimo di 1.200 euro;
- per i redditi compresi tra i 28.001 ed i 40.000 euro lordi non è prevista nessuna ulteriore detrazione.
QUANDO VIENE EROGATO IL CONTRIBUTO
Anche nel 2023 il Trattamento Integrativo Irpef viene erogato direttamente in busta paga ogni mese dal datore di lavoro. Il sostituto d’imposta anticipa per conto dello Stato il contributo. Per i diretti interessati è molto semplice verificare direttamente la presenza del bonus all’interno della busta paga: viene indicato, nel cedolino, con la voce Trattamento integrativo L. 21/2020.
TAGLIO DEL CUNEO FISCALE
Il taglio del cuneo fiscale consiste in un esonero parziale sulla quota dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti.
Si tratta di una misura temporanea che risale al Decreto-legge 115 del 2022 cd “Aiuti bis” (art. 20), varato dal governo Draghi, che aveva previsto per i lavoratori dipendenti un taglio dei contributi previdenziali pari al 1,2% per i redditi fino a 35mila euro lordi, che andava ad aggiungersi al taglio dei contributi già operativo per gli stessi beneficiari da gennaio dello 0,8% (legge 234 2021).
Con la manovra finanziaria 2023 approvata dall’attuale Governo è stato previsto un nuovo sconto contributivo applicabile ai redditi fino a 25 mila euro annui (lordi) e per i periodi di paga dal 1° luglio al 31 dicembre 2023 (con esclusione della tredicesima mensilità) per i lavoratori con reddito fino a 35mila euro.
In cifre, solo per i redditi sino a 25.000 euro lordi vi sarà uno sgravio aggiuntivo che frutterà da luglio a dicembre un aumento netto in busta paga mentre nulla cambia per i percettori di redditi superiori a 25.000 euro.
Il beneficio è scattato ad agosto, nel senso che il pagamento riferito alla mensilità di luglio è erogato con il cedolino di agosto. Lo stesso meccanismo sarà applicato anche per i mesi successivi fino alla mensilità di dicembre 2023, che sarà erogata a gennaio 2024.
Il meccanismo del taglio del cuneo fiscale incide sul costo del lavoro diminuendo la contribuzione previdenziale. Conseguentemente, si va a incidere sull’importo delle future pensioni dei lavoratori, considerato che, nel sistema contributivo attuale, il calcolo della pensione avviene sulla base dei contributi versati.
RELAZIONE CON I VERSAMENTI AI FONDI PENSIONE
Vogliamo evidenziare una differenza sostanziale fra le due misure se messe in relazione con gli importi versati nei fondi pensione.
Per il trattamento integrativo (ex Renzi), grazie al versamento al fondo pensione, il quale portato in deduzione fino ad una quota annua di 5.164,57 euro abbatteva l’imponibile IRPEF, era possibile – aumentando la quota versata al fondo pensione fino al suindicato limite – abbassare l’imponibile IRPEF e rientrare così nei limiti per il percepimento del trattamento.
Con il taglio del cuneo fiscale invece viene preso in considerazione non l’imponibile IRPEF, ma l’imponibile INPS.
Attenzione quindi! Non è possibile, aumentando il versamento al fondo pensione, abbattere l’imponibile previdenziale per rientrare nei limiti dei 35.000 euro annui (2.692 mensili).