Nel corso degli ultimi anni, le normative in tema di ambiente e sicurezza collegate soprattutto alla mobilità, sono divenute sempre più stringenti e complesse. Le industrie del settore automotive stanno affrontando sfide di innovazione e cambiamento di processo costruttivo davvero accelerate ed in salita. Ciò comporta una ridefinizione del proprio campo d’azione industriale, contemporaneamente al progresso tecnologico, per assicurare a tutti gli utenti una mobilità rispettosa dell’ambiente e sicura.
La Commissione Europea ha fissato obiettivi ambiziosi in termini di riduzione emissioni e miglioramento della sicurezza stradale: per la fine del 2025 è previsto un abbattimento del limite delle emissioni del 15%, rispetto al punto di partenza di 95 g/km, ed entro il 2030 una riduzione ulteriore del 37%. Ad oggi le case automobilistiche stanno facendo letteralmente le corse per rispettare gli standard Euro 7. La strada è delineata piuttosto chiaramente poiché l’UE come politica ed obiettivo finale ha la neutralità delle emissioni di CO2 e zero incidenti entro il 2050.
L’Italia in questo contesto come si comporta? Partiamo dal rapporto dell’Aci, aggiornato a gennaio 2023, nel quale si evidenzia un parco circolante troppo vecchio e molto inquinante nel nostro Paese: vi sono 3 milioni e 700 mila auto – il 9,3% del totale – immatricolate prima del 1993. Per la maggior parte si tratta di Euro 0, vale a dire auto che hanno almeno 30 anni di età. Campania (17,6%), Calabria (15,2%) e Sicilia (13,5%), le regioni più “anziane”. Valle D’Aosta (2,3%), Trentino-Alto Adige (2,6%, entrambe in virtù dell’alta percentuale di autovetture immatricolate ad uso noleggio) e Veneto (5,8%), le più “giovani”.
Sono questi alcuni dei dati più interessanti che emergono da “Autoritratto 2022”, la pubblicazione statistica dell’ACI, che fotografa il parco veicolare di Regioni, Province e Comuni al 31 dicembre 2022.
Da questo scenario è evidente che ci sono troppe poche auto ecologiche (secondo Aci solo 1 su 7 è ecologica) e quelle elettriche rappresentano meno del 4,5% del parco auto circolante.
Inoltre, per quanto riguarda la sicurezza stradale, le cronache degli ultimi giorni non lasciano molte speranze; per essere precisi i dati monitorati e aggiornati puntualmente dall’Asaps, l’Associazione sostenitori della polizia stradale, tramite i propri osservatori delineano un quadro preoccupante: da inizio 2023 ad esempio, sono già 600 le vittime nei weekend sulle strade italiane. La classe politica dovrebbe, sempre di più, attuare una ferrea regolamentazione con certezza della pena, per chi causa vittime ed incidenti, non avendo rispettato le norme di comportamento stradali.
Per avere zero incidenti e zero emissioni, occorre avere certamente delle regole, ma soprattutto occorre rispettarle e farle rispettare.