Sul settore della riscossione grava ancora una volta l’incognita della Legge di delega fiscale, che rappresenta una grave minaccia all’esistenza stessa della Categoria degli esattoriali.
Attraverso gli ultimi interventi legislativi sul settore è stato previsto il trasferimento delle funzioni e delle attività attualmente svolte dall’Agente nazionale della riscossione, all’Agenzia delle Entrate, in modo da superare l’attuale sistema, caratterizzato da una netta separazione tra l’Agenzia delle Entrate, titolare della funzione della riscossione e l’Agenzia delle entrate-Riscossione, soggetto che svolge le attività della riscossione.
L’intendimento del governo è quello di superare l’attuale assetto duale per procedere decisamente all’internalizzazione della funzione della riscossione nell’Agenzia delle entrate. La struttura di riscossione dovrebbe operare alla stregua di una divisione dell’Agenzia delle entrate, come avviene in Francia, in Germania, nel Regno Unito e in Spagna.
Si ritiene, infatti, che la collocazione della struttura di riscossione all’interno dell’Agenzia delle entrate possa risolvere de plano, molte delle attuali difficoltà di coordinamento con il principale ente committente, connesse con l’unitarietà della funzione di controllo, di cui la riscossione costituisce il completamento, con la cooperazione nell’individuazione delle misure cautelari ed esecutive più efficaci, con l’interoperabilità delle banche di dati, con la gestione del contenzioso e con il sistema dei controlli.
Intendimento del Governo è quello di realizzare una vera e propria “rivoluzione manageriale” che, nel rispetto dei principi costituzionali di compartecipazione alle spese pubbliche in ragione della propria capacità contributiva (articolo 53 della Costituzione) e di buon anda mento e imparzialità (articolo 97, comma 2, della Costituzione), renda concretamente possibile all’agente della riscossione superare un approccio meramente formale e puntare a una gestione del processo di riscossione orientata ai principi di imparzialità, efficienza ed efficacia. Nell’introdurre il nuovo modello organizzativo è stato previsto, al fine di garantire la continuità del servizio della riscossione, il conseguente trasferimento sia delle risorse strumentali sia delle risorse umane, senza soluzione di continuità ed è proprio questo punto che preoccupa non poco la FABI unitamente alle altre organizzazioni sindacali. Infatti, i veri problemi sorgerebbero soprattutto per la non omogeneità dei contratti attualmente vigenti, in quanto i dipendenti dell’agenzia delle entrate hanno il contratto delle Agenzia Fiscali (di diritto pubblico), mentre i dipendenti del settore riscossione hanno un contratto rinveniente dal settore privato come quello bancario.
La riforma inoltre comporta delicati problemi di inserimento e integrazione, all’interno dell’unica Agenzia, del personale proveniente dall’Agenzia delle entrate-Riscossione, il cui trattamento economico previsto da autonome contrattazioni – quella collettiva e quella integrativa aziendale – andrebbe comunque salvaguardato. Il medesimo problema si è già presentato con la cessione del ramo di azienda dell’ICT a SOGEI che si dovrà realizzare entro il 31 dicembre di quest’anno, così come previsto dalla Legge di Bilancio 2023. Le organizzazioni sindacali hanno confermato la netta contrarietà alla modalità con cui è stata disposta la cessione del ramo d’azienda, soprattutto riguardo alle ricadute che ne deriverebbero per i lavoratori rispetto alle condizioni economiche, giuridiche, previdenziali ed al mantenimento dell’attuale sede di lavoro.
La disposizione contenuta nella legge prevede per i colleghi coinvolti, l’applicazione della contrattazione collettiva di primo e di secondo livello applicata presso la SOGEI Spa e con salvezza di eventuali differenze retributive specificamente riscontrate, con riferimento ai soli trattamenti minimi previsti dai contratti collettivi nazionali di lavoro applicati e nemmeno garantisce i diritti acquisiti in materia di previdenza.
È intenzione della FABI e delle altre organizzazioni sindacali, intraprendere tutte le opportune iniziative per proseguire una vertenza che dia voce ai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori che dovranno essere garantiti. È stato previsto un presidio da tenersi davanti alla sede del Ministero dell’Economia e delle Finanze cui seguiranno ulteriori forti iniziative che potranno anche prevedere il coinvolgimento diretto di tutte le colleghe ed i colleghi.
Siamo di fronte, ancora una volta, ad un nuovo attacco nei confronti degli Esattoriali, che attraverso una legge è stato indirizzato all’intera categoria.
Ma, no pasaràn!