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a cura del Coordinamento FABI Giovani - giovani@fabi.it
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Tutti per uno, uno per tutti

Un Contratto da difendere a spada tratta. Il nostro contratto è stato prorogato sino al 30 aprile 2023.

In Italia abbiamo oltre 6 milioni di lavoratori che non hanno un contratto valido e questo è un segnale che il contratto collettivo è sotto attacco, di conseguenza è necessario iniziare a pensare come difenderlo e rafforzarlo.

Il rinnovo è fondamentale, ma lo sarà ancora di più mantenerlo nel tempo poiché non esiste soluzione migliore del contratto collettivo per l’aumento dello stipendio, per la tutela e per la dignità dei lavoratori.

Questo concetto deve essere molto chiaro a tutti, il prossimo contratto fornirà garanzie anche per i singoli gruppi i quali si troveranno a gestire i cambiamenti in atto nel settore. Il recupero dell’inflazione e l’incremento del salario sono l’obiettivo del contratto e in questo momento l’inflazione così alta è data principalmente dall’aumento delle materie prime.

La Bce combatte l’inflazione con l’aumento dei tassi e attuando una politica economica espansiva, ma sarà la ricetta giusta? L’inflazione si attesta sul 10% però gli economisti suggeriscono di verificare l’inflazione di fondo che, a differenza dell’inflazione, è meno volatile in quanto non sono calcolati alcuni parametri.

L’inflazione di fondo misura realmente l’aumento dei prezzi e si basa su beni che vengono acquistati con regolarità anche se il prezzo aumenta (acquisto cellulari o servizi per il tempo libero), questa si attesta sul 5%.

Le previsioni degli economisti sono completamente diverse perché c’è chi prevede un rientro dell’inflazione già nella seconda metà del 2023 e chi prevede un rientro nel 2025.

Con questa situazione sarà difficile poter prevedere in quanto tempo l’inflazione rientrerà e di conseguenza saranno difficili da valutare le azioni da intraprendere. Nonostante questa situazione d’incertezza, le banche continuano a registrare utili da record e il 2022 ha incassato utili netti per oltre 10 mld di euro, dovuti all’aumento dei tassi d’interesse e alla diminuzione del costo del lavoro.

La riduzione degli sportelli e la diminuzione della forza lavoro hanno fatto sì che le banche contenessero i loro costi e aumentassero i dividenti per gli azionisti. Gli utili registrati dai maggiori gruppi bancari sono in costante crescita e sono destinati unicamente agli azionisti. Crediamo che sia arrivato il momento che le banche distribuiscano anche ai dipendenti parte di questi utili, riconoscendo il giusto compenso per il lavoro. La crescita dei salari può avvenire solo con la contrattazione e il CCNL garantisce e garantirà ai lavoratori sicurezza sul lavoro e aumenti dello stipendio.

Alessandro Drago
Alessandro Drago
Esecutivo Nazionale FABI Giovani
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