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a cura del Coordinamento FABI Giovani - giovani@fabi.it
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Ad alta quota

Negli ultimi mesi ci è sembrato di vivere sul cocuzzolo di una montagna, dove si sa l’aria è sempre rarefatta e a volte non si riesce a respirare.

Non so bene come ci siamo finiti fin lì sopra, gli eremiti di solito decidono da soli di andarci, è una scelta di vita che spesso coincide con la voglia di non sottostare ai dogmi che la società impone.

In ogni caso, da poco tempo l’aria è iniziata a mancare un po’ a tutti, “I can’t breath” è l’urlo che ultimamente ascoltiamo sempre più spesso; deriva dall’odio, dalla paura di ciò che è diverso e da chi, catapultato ad alta quota, rischia di non respirare perché privato del lavoro e con esso delle prospettive di vita.

Mai come in questo momento servirebbe una boccata d’ossigeno, un segno tangibile, che potrebbe arrivare per esempio, dall’erogazione della tanto attesa liquidità alle imprese, o il pagamento dell’indennità di disoccupazione ai lavoratori dipendenti.

Ancora una volta, il sistema bancario italiano, si è dimostrato indispensabile per il supporto alle famiglie, per il sostegno dell’economia e per il rilancio del paese, sostituendosi spesso alle lunghe e burocratiche prassi istituzionali.

Ma se c’è qualcuno, che si trova veramente in cima alla nostra montagna, quelli sono i giovani, in qualità di fascia maggiormente colpita dalla crisi economica e, come tutte le fasce deboli, a rischio esclusione sociale; negli ultimi mesi, infatti, il tasso di disoccupazione giovanile è salito nuovamente, invertendo un trend di decrescita che negli ultimi anni lasciava ben sperare.

Come spesso accade, nei momenti di tensione economica, sono state attuate politiche poco lungimiranti, volte a rimandare il problema; ’emissione di debito pubblico, come noto, trasferisce l’onere alle future generazioni, un peso che nei prossimi anni saremo chiamati a

sostenere.

Inoltre, un dato molto significativo che dovremmo analizzare è quello trasmesso da una recente indagine di Save the Children, secondo la quale i minori di 15 anni che lavorano in Italia sono circa 300 mila, con una paga oraria che varia tra i 2 e i 5 euro.

Un numero spaventoso, pari a circa il numero dei bancari presenti in Italia nel 2020 e, sebbene ai nostri occhi possa sembrare un fenomeno lontano dalla realtà e dal nostro Paese, crediamo che sia un dato non trascurabile e che deve far riflettere.

In un momento storico in cui il nostro paese ha dimostrato grande senso di solidarietà e coscienza sociale, ci rattrista questo lato oscuro, una piaga sociale che come FABI Giovani abbiamo l’obbligo di denunciare.

In Italia, il diritto all’istruzione è costituzionalmente garantito, così come quello al lavoro; basterebbe applicare alla regola le norme vigenti, vigilare seriamente sull’effettiva efficacia, per generare lavoro e, quindi, ricchezza e, allo stesso tempo, istruzione e professionalità future. Ma nell’era degli smart worker, dell’homeschooling, della vita frenetica che ricomincia a prendere forma, abbiamo rivalutato la parola “eroi”, ma non quella rispetto e dignità del lavoro.

Crediamo fortemente che sia necessario coinvolgere i giovani nel processo di ripresa del Paese, perché senza giovani non avremo futuro, e nemmeno un presente. A tal proposito, come FABI, insieme alle altre organizzazioni sindacali, abbiamo promosso alcune linee di intervento che si basano principalmente su politiche economiche volte a creare nuova occupazione stabile a fronte di uscite volontarie.

Vivendo ad alta quota e con poco ossigeno, il corpo umano lentamente si abitua e riesce a sopravvivere, ma ci piacerebbe che gli errori del passato non ricadano ancora una volta sulla nostra generazione, ci piacerebbe pensare e sperare che prima o poi ritorneremo a valle, per riprendere una vita normale, ricominciando a respirare a pieni polmoni.

Ma se è vero che non tutti i mali vengono per nuocere, come sosteneva Coelho “Dall’alto della montagna si può vedere quanto grande è il mondo e quanto ampi siano gli orizzonti”, e mentre restiamo in attesa del ritorno alla normalità, continueremo a guardare il mondo dall’alto proponendo politiche giovanili che diano attenzione e considerazione a chi sarà il motore dell’economia del futuro.

Alessandro De Riccardis
Alessandro De Riccardis
Coordinatore Nazionale FABI Giovani
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