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Arjola la tigre

Ragazza dall'animo artistico, è amante del teatro e appassionata di poesia tanto da dilettarsi spesso nella composizione

È con grande orgoglio che oggi vi presento una persona che non solo è una sportiva di altissimo livello, campionessa Europea, Mondiale e Paralimpica, ma una collega e una donna dalle doti straordinarie.

Il suo nome è Arjola Trimi, dipendente di banca, che alle Paralimpiadi di Tokio 2020 si è messa al collo ben quattro medaglie, due ori nelle specialità 50 metri dorso categoria S3 e nei 100 stile libero e due argenti nei 50 stile libero e nella staffetta mista 4 x 50 stile libero.

Una spedizione clamorosa per Arjola che già vantava un argento ai Giochi Paralimpici di Rio de Janeiro del 2016 oltre a svariate medaglie Europee (ben tredici ori, cinque argenti e tre bronzi) e Mondiali (esattamente tre medaglie d’oro, cinque d’argento e quattro di bronzo).

Arjola nasce a Tirana, in Albania, il 15 marzo 1987 e all’età di due anni si trasferisce con la famiglia a Milano. Bambina talentuosa, pratica pallacanestro, atletica leggera e calcio, ma all’età di dodici anni, a seguito di una caduta durante una partita di basket che la porta in ospedale, le viene diagnosticata una grave malattia invalidante, la tetraparesi spastica degenerativa.

Inizia così un lungo periodo di degenza durante il quale, grazie alle sedute di idroterapia, si appassiona al nuoto, un’attività che le consentirà di ‘fare qualcosa di magico’ per il senso di libertà che questo sport riesce a darle, come dichiarato spesso dalla brianzola.

Quindi, dietro consiglio dei medici, decide di intraprendere la via del nuoto Paralimpico, tesserandosi prima con la Polisportiva Bresciana No Frontiere, passando poi nella Polha Varese, la sua attuale società sportiva.

Come racconta lei stessa, la vita di una ragazzina affetta da tale malattia non è affatto semplice, ti obbliga a crescere in fretta e questo sport, così impegnativo e quasi “massacrante” dal punto di vista fisico e mentale, le ha insegnato ad affrontare quelle sfide giornaliere che agli occhi delle persone non affette da malattie invalidanti possono sembrare semplici azioni quotidiane.

In aggiunta al talento indiscusso, alla determinazione e all’impegno costantemente profuso negli allenamenti, il supporto della famiglia è stato fondamentale per raggiungere i risultati di vertice a livello sportivo, oltre che essere da sprono e sostegno nella vita di tutti i giorni. Famiglia nella quale potremmo quasi inserire anche la storica allenatrice Micaela Biava che da nove anni ormai è costantemente al fianco di Arjola e che ha continuato quell’importantissimo lavoro mentale iniziato da Raffaella Agape, sua prima istruttrice per l’avviamento sportivo, volto ad insegnarle a focalizzarsi sulle sue abilità residue, invece che affliggersi per quelle perse a causa della malattia.

Ragazza dall’animo artistico, è amante del teatro e appassionata di poesia tanto da dilettarsi spesso nella composizione e, per quel che riguarda il suo futuro post agonistico, si vede ancora nel mondo del nuoto, come allenatrice oppure sotto vesti più istituzionali, ma per il momento la attendiamo ancora in vasca ai prossimi Mondiali di nuoto del 2022, che si svolgeranno, anche questi, in Giappone.

E, visto quanto ci ha portato bene il paese del Sol Levante, ci aspettiamo altre gioie, medaglie e soddisfazioni.

Forza tigre, siamo con te! 

Gianluca Capuano
Gianluca Capuano
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