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a cura del Coordinamento FABI Giovani - giovani@fabi.it

Arteterapia

Tra le moderne discipline riabilitative, messe in campo dalla scienza psico-terapeutica, svolge un ruolo singolare la cosiddetta “Arteterapia”.

Pioniera di questa disciplina fu Frield Ducher Brandeis, una insegnante per bambini, che tra il 1934 e il 1938 utilizzò l’arte come terapia riabilitativa sui suoi piccoli allievi del ghetto di Praga, quale esercizio per sbloccare i bambini dai traumi subiti a seguito delle violenze della guerra.

A partire dagli anni ’50, negli USA, l’arteterapia si struttura come metodologia, utile a tutte le età, per soggetti con disabilità fisica e psichica. Grazie all’esperienza della Brandeis, soggetti reduci dalla guerra e traumatizzati vengono ricoverati negli ospedali psichiatrici e praticata su di loro questa nuova forma riabilitativa.

Nascono due orientamenti al riguardo che fanno riferimento a due noti psichiatri e psicoanalisti americani, Edith Kramer e Margareth Naumburg, grazie ai quali l’efficacia del linguaggio artistico si è sviluppato fino a diventare disciplina autonoma.

L’arte, in tal modo, diventa terapia, non tanto perché l’uso del prodotto artistico debba svelare e interpretare l’inconscio, quanto perché l’arte in sé costituisce un percorso importante nel processo di guarigione del soggetto nel quale vengono attivate capacità e risorse bloccate dai traumi subiti.

L’arteterapia, quindi, si fonda sull’utilizzo del linguaggio e dei materiali artistici da parte dei pazienti i quali, durante il processo creativo, traggono uno stato di benessere fisico e psichico che ha per conseguenza un miglioramento generale della loro qualità di vita.

Tra i mediatori artistici si trovano la danza, il teatro, la musica, la fotografia, la pittura e tutte quelle arti visive che tendono a migliorare l’aspetto evolutivo e relazionale dei soggetti.

L’ascolto della musica, ad esempio, favorisce il rilassamento, mentre la danza aiuta a liberare il corpo, proponendo emozioni e sentimenti. Il teatro permette di comunicare con la voce e il corpo, mentre i giochi favoriscono, sia nei bambini che negli adulti, la espressione di sé e la socialità.

L’utilizzo di materiali artistici, dunque, sono elementi essenziali per la comunicazione tra paziente e arteterapeuta il quale deve monitorare la terapia per far sì che emozioni, fantasie e pensieri siano convergenti verso un miglioramento delle condizioni psico-fisiche dei pazienti.

L’arteterapia si può applicare sia in contesti preventivi che riabilitativi o terapeutici. La contestualizzazione di dette terapie si riscontrano negli asili nido, negli “Alzheimer cafè”, negli atelier nelle carceri, negli ospedali, nelle case di riposo o in tutte quelle strutture laddove l’arteterapeuta può offrire qualcosa per migliorare il benessere degli ospiti.

I più recenti studi sulle neuroscienze, infine, hanno confermato la validità della funzione dell’arte nel processo curativo-riabilitativo nei pazienti affetti da patologie psico-traumatiche.

Vincenzo Persico
Vincenzo Persico
Esecutivo Nazionale FABI Giovani
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