Il moltiplicarsi di vari episodi di violenza non è questione da affrontare in poche righe, magari con battute o proposte emotive e superficiali.
Il problema è grave, serio e complesso. È più diffuso di quanto non si immagini e può assumere forme diverse, a seconda dell’età e del sesso.
Vi sono due tipologie di cause: esogene ed endogene. Le prime sono antropologiche, culturali, ambientali, e riguardano il contesto complessivo dei rapporti sociali, collettivi e individuali. Le seconde attengono alla singola persona, alla sua storia, ai suoi problemi non risolti, alla sua identità. Tali cause interagiscono tra loro in vario modo e vanno analizzate tutte assieme.
Il bullismo è diventato un fenomeno sociale dilagante e pervasivo che coinvolge bambini e adolescenti.
Ancora più pericoloso è il cyberbullismo, cioè il bullismo virtuale che si esercita attraverso la rete, difficile da contenere e sconfiggere, anche se nel 2017 è stata emanata una legge a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto di tale fenomeno.
Il tema è complesso e va affrontato con serietà e urgenza soprattutto nelle scuole, dove si sperimenta lo stare in gruppo che determina il senso di appartenenza e coesione.
Una delle forme più violente di bullismo è proprio l’esclusione dal gruppo, che avviene quotidianamente e genera nella vittima solitudine e frustrazione.
Dietro ogni comportamento violento, sia fisico sia psicologico, si nasconde spesso una realtà umana deficitaria sul piano affettivo ed empatico, una realtà certamente patologica.
L’azione della famiglia, degli insegnanti e degli educatori deve essere quella di individuare, per quanto possibile, le cause, sia prossime sia remote, di tale “virus” che infetta la personalità e cercare di comprendere come intervenire.
Spesso è utile risalire ai primi anni di vita del bambino, ai rapporti che ha avuto all’interno della famiglia, alle eventuali violenze che ha subito e alle eventuali delusioni generate da soggetti adulti del tutto inadeguati.
Il tema è centrale per lo sviluppo della persona, e richiede che, la società, la famiglia, gli insegnanti e gli educatori siano all’altezza del compito.
Il bullismo è una violenza che mira a distruggere l’altro e che, anche in assenza di aggressioni fisiche, provoca danni molto seri sia al singolo, in quanto viola diritti umani fondamentali, sia alla società nel suo complesso.
La soluzione non è facile e non può certo affidarsi alla sola repressione, pur necessaria e che va meglio articolata.
È necessario sottolineare un aspetto essenziale: l’educazione.
Il tema è quello formativo, prima famiglia e poi scuola.
I ragazzi devono essere educati al rispetto degli altri e della libertà di ciascuno, devono essere educati all’affettività, a diventare persone autonome e responsabili, perché solo in quanto tali saranno adulte.