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Catania, figlia dell’Etna

Catania ti rapisce senza preavviso.

Arrivi in città con lo sguardo fisso sull’Etna. Mentre passeggi per via Etnea tra i marciapiedi lisci e neri in lava dell’Etna, che creano un meraviglioso contrasto con i decori barocchi dei palazzi, ti chiedi perché se ne parla così poco.

Epicentro della vita diurna e notturna catanese è piazza del Duomo, su di essa sorgono, la Cattedrale di Sant’Agata, patrona della città, il palazzo degli Elefanti, sede del Municipio e al centro si trova una fontana che ritrae il simbolo di Catania, l’elefante.

Il Duomo di Sant’Agata è dedicato alla patrona della città e ne custodisce le spoglie all’interno di una cappella a lei sempre dedicata. La sua prima edificazione risale al XI secolo, si trova nel centro storico ed è decisamente un’opera maestosa.

Al centro di piazza Duomo c’è u Liotru: l’elefantino simbolo della città, legato a un’antica leggenda.

Pare che quando Catania fu abitata per la prima volta, un elefante scacciò tutte le bestie feroci.

Continuando a passeggiare per le sue che alternano palazzi barocchi bellissimi ad altri palazzi meno belli si raggiunge il Castello Ursino. Il castello fu fatto costruire da Federico II di Svevia, il 16 aprile del 1669 una colata di lava lo raggiunse riempiendone il fossato, coprendo i bastioni e addirittura spostando la costa di un centinaio di metri. Nel 1693 arrivò anche il terremoto i cui danni lo resero non più utilizzabile militarmente. Se riuscite prima della chiusura vi consiglio di fare visita ai coloratissimi mercati che si trovano in città.

Spicca sicuramente il mercato del pesce in pieno centro. Multicolore pieno di vita e con tutti i tipi di pesce appena pescato è un luogo che ti riporta indietro nel tempo.

Quando è sera la città prende vita e la sua movida assai famosa nei confini italiani e anche oltre prende forma, locali e ristoranti vivacizzano il centro storico con una ricca offerta di aperitivi e, aiutati anche da un clima più che mite, decidiamo di fare prima un aperitivo siciliano (molto abbondante) e poi di fermarci a cenare in uno dei molti bei locali che compongono via di Santa Filomena, via principe della movida e tra l’altro vicinissima al nostro alloggio.

Verso sera vi consiglio di fare una passeggiata per via Crociferi, qui aleggia una leggenda che mi piace raccontarvi. Nel ‘700 i “gattopardi” catanesi decisero che l’arco simbolo di Via Crociferi fosse un ottimo luogo per incontrarsi per i propri comodi. Così, per poter agire indisturbati, misero in giro la voce che da quelle parti si aggirasse un cavallo senza testa.

Nessuno aveva più il coraggio di uscire di casa, ma si narra che un catanese per provare che tutti avessero torto, di notte avrebbe affisso un chiodo nell’arco, solamente che attaccando questo chiodo ci rimase impigliato col mantello e nel tentativo di liberarsi morì facendo credere a tutti che la colpa fosse proprio del cavallo senza testa. Ancora oggi si dice che andando in via Crociferi di notte sia possibile udirne gli zoccoli schioccare nel cemento.

Come vi ho detto prima quando si arriva a Catania non si può non rimanere colpiti dalla maestosità dell’Etna, uno dei pochi vulcani attivi al mondo facilmente accessibile, per questo meta di ininterrotte visite turistiche, pertanto una gita organizzata che vi porti alla scoperta di questo gigante ve al consigliamo caldamente. Si possono visitare i Crateri Silvestri, due coni piroclastici la cui formazione risale all’eruzione del 1892 durata ben 173 giorni a questo punto prendete la funivia per arrivare ai crateri sommitali e giungete alla cima del vulcano.

La nostra visita a Catania sta terminando e non posso che riportami a casa gli splendidi colori e gli immensi contrasti che la città ci offre.

Si respira storia in ogni sua via, a volte sembra quasi di ritrovarsi nell’antica Grecia dalla quale ha preso il soprannome. Non ci scordiamo poi dell’ottimo cibo che ci accompagna dalla colazione alla cena e che ci offre un’ottima scusa per tornare.

Andrea Fanesi
Andrea Fanesi
Esecutivo Nazionale FABI Giovani
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