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Cuba: un viaggio nel tempo tra storia, rivoluzione e paradisi tropicali

Alla scoperta di una terra affascinante e complessa, dove il passato si intreccia con il presente e ogni angolo racconta una storia unica.

La prima volta che atterrai a Cuba, il mio primo viaggio lontano da casa, ormai vent’anni fa (sigh…), rimasi colpito dai cartelli della propaganda rivoluzionaria ancora degnamente esposti ai lati della pista d’atterraggio e in tutta l’isola, della serie: “La Patria ante todo”, “Patria o muerte”, “La revolucion es invencible” e così via.
Compresi fin da subito che quel luogo era diverso, ben collegato con il resto del mondo (eccetto gli USA, fino all’arrivo di Barack Obama) grazie alla sua economia principale, il turismo, ma allo stesso tempo enormemente distante: quasi su un “universo parallelo” dove il tempo si è fermato. 

Per quanto piccolo e poco rilevante nella geografia mondiale, Cuba è un Paese che ha fatto molto parlare di sé nella storia moderna, e che ha avuto un percorso molto travagliato e complesso, sin dai tempi dello schiavismo e della rivoluzione per l’indipendenza dalla Spagna guidata da Josè Martì (l’Apostolo), che ancora oggi intitola l’aeroporto de L’Avana.

Definita da Cristoforo Colombo – che sbarcò a Baracoa – “la terra più bella che occhi umani abbiano mai visto”, è conosciuta maggiormente per i tristi avvenimenti della Guerra Fredda: la crisi dei missili, la contrapposizione tra Stati Uniti e URSS, l’invasione della baia dei Porci…
Indipendentemente dal proprio orientamento politico, è innegabile che il “mito” della Rivoluzione Cubana contro il regime di Batista, guidata dal Movimento del 26 Luglio di Fidel Castro, Ernesto Che Guevara, e Camilo Cienfuegos è rimasto – a torto o a ragione – un simbolo di libertà, ribellione e resistenza nell’immaginario collettivo (anche se chi conosce la storia, sa che “non è tutto oro quel che luccica”).

Molti cubani, i “marielitos”, con l’esodo di Mariel se ne andarono in Florida sfidando gli squali con barche di fortuna, alla ricerca di una nuova vita. Ricorderete “Tony Montana” (interpretato da Al Pacino nel cult “Scarface”), che è un marielitos trafficante di droga a Miami.
A Cuba venne istituito uno Stato socialista con principi egualitari e ad ispirazione Marxista. Le tensioni con gli Stati Uniti e numerose altre dinamiche, portarono all’embargo di Cuba: un’azione che isolò il Paese dal resto del mondo. Arrivò la povertà, e le restrizioni agli spostamenti: fino a pochi anni fa, solo pochissimi cittadini con permessi speciali del Governo potevano recarsi all’estero. A posteriori è difficile dare un giudizio esaustivo sui benefici apportati dal nuovo regime castrista: un nuovo regime porta inevitabilmente con sè aspetti negativi, ma non è questa la sede opportuna per parlarne.

Cuba è pertanto una destinazione dei Caraibi “diversa”: piena di significato e storia (contrariamente a molte altre isole limitrofe), dove troverete bellissime spiagge in cui rilassarvi, ma soprattutto potrete rivivere un “viaggio nel tempo”: quella che è stata una storia incredibile.
Visitabile al meglio tra dicembre ed aprile, Cuba sarebbe sprecata per una vacanza di solo mare. Più interessante viverla “on the road” sfruttando la rete di autobus diurni e notturni che collegano le città principali (o come ci è capitato, all’avventura in autostop).
Potrete soggiornare negli hotel di lusso, o vivere un’esperienza più spartana ma autentica, a casa dei cubani nelle “case particular”.

In merito all’itinerario, noi abbiamo scelto di atterrare ad Holguin (a sud del Paese) per iniziare il nostro tour di due settimane da Santiago de Cuba (città con una forte tradizione culturale e musicale, dove iniziò la Revoluciòn cubana con l’attacco alla Caserma Moncada, le cui pareti portano ancora i segni delle pallottole), e poi risalire l’isola sino a l’Havana ripercorrendo il percorso della “Caravana de la Libertad” (l’epica marcia trionfale verso l’Havana). Questo percorso ci ha permesso di visitare le mete più significative come Santa Clara (dove avvenne la battaglia guidata da Che Guevara, e dove troverete anche il suo Mausoleo), Trinidad (la “città museo” patrimonio Unesco), Cienfuegos (la “perla del Sur”, patrimonio Unesco) e ovviamente la Habana (da dove potrete ripartire in aereo). Nella parte occidentale dell’isola, la zona di Pinar del Rio è molto suggestiva per le piantagioni di Tabacco, anch’esse riconosciute dall’Unesco.
Un viaggio a Cuba è un mix di avventura, storia ma anche relax: tra le spiagge più significative segnalo Cayo Largo (un paradiso di colori raggiungibile in aereo, con un volo interno da incubo che ancora oggi ricordo per i suoi “alti standard” di sicurezza), Cayo Coco e Varadero (una zona “invasa” dai resort).

La Habana è il cuore di Cuba, una città affascinante che ha fatto innamorare, tra gli altri, Ernest Hemingway che vi ha trascorso 30 anni e che fu ispirato nella scrittura di alcune sue opere tra cui “Il vecchio e il mare”. Anche il “nostro” grande Adelmo Fornaciari (Zucchero) pare essersi innamorato dell’isola, dove ha registrato un album bellissimo (La sesiòn cubana), presentandolo in un concerto all’Havana (da alcuni ritenuto il secondo concerto più grande nella Cuba sotto embargo).
Sempre stata una città trascurata e con un’aria irrespirabile, ultimamente è stata ristrutturata per il suo cinquecentesimo “compleanno”.
Vi perderete nel centro de l’Habana e nelle sue strade dove vedrete la vita degli habaneros (in molti si offriranno di accompagnarvi per un giro turistico cercando di guadagnarsi la giornata), dove purtroppo mi hanno rapinato colpendomi al volto (sigh…), percorrerete il Paseo de Martì (già Paseo del Prado) dall’iconico Campidoglio per raggiungere la Habana Vieja e le sue quattro piazze (la parte più turistica e più bella), e ammirerete il tramonto dal celebre lungomare (il Malecòn). Rivivrete i luoghi della rivoluzione visitando l’enorme plaza de la Revoluciòn, un luogo suggestivo con i grandi volti di Che Guevara (Hasta la victoria siempre) e Camilo Cienfuegos (Vas bien Fidel), che ogni anno si riempie per commemorare il “Primero de Majo”. Sarà bello semplicemente girare per l’Havana, ammirando le autovetture anni 50 tra cui le iconiche Cadillac e le Lada colorate che ingolfano il traffico cittadino.

Assaggiate i cocktail tipici di Cuba, il cui protagonista ovviamente è il rom blanco, ammirando il tramonto sul Malecòn. Ernest Emingway, grande bevitore, diceva: “Mì Mojito en la Bodeguita, mì Daiquiri en la Floridita” per indicare i suoi posti preferiti per assaggiare le due prelibatezze cubane: i cocktail bar Bodeguita del Medio e Floridita. Ai tempi in cui veniva importata la Cola, inoltre, nacque per caso il Cuba Libre (il cocktail formato da Coca Cola e ron blanco). A proposito di prelibatezze, i tabagisti non potranno non cogliere l’occasione di assaggiare il sigaro cubano, considerato tra i migliori al mondo (c’è anche un evento internazionale per celebrare l’iconico prodotto: l’Habano festival).

Assaporate il viaggio già nella sua preparazione, ascoltando la bellissima musica cubana (è impossibile non citare i Buena Vista Social Club) o guardando alcuni film come, per l’appunto, Buena Vista Social Club (di Wim Wenders), Che l’argentino, o altri documentari sulla storia cubana come Cuba and the cameraman.

Secondo un recente sondaggio, sembrerebbe che Cuba sia tra le nazioni al mondo in cui si vive con meno ansia. Questa spensieratezza e felicità è una delle cose più palpabili che ci ha colpito maggiormente data la situazione economica e la situazione dell’embargo. E’ il ricordo più bello che portiamo nei nostri cuori, l’aspetto che più ci è piaciuto.
Spero che queste parole possano ispirarvi nell’organizzazione di un viaggio che ricorderete per sempre. 

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