In un momento storico così tragico e difficile, teatro di guerre, tragedie umanitarie e dati allarmanti sui femminicidi (solo in Italia oltre 100 nel solo 2023), la scelta di invitare, a mio modo di pensare, eventuali artisti che abbiano repertori con testi ricchi di violenza, istigazione all’uso di armi e con donne rappresentate come oggetto di impulsi sessuali per gli uomini, certamente fa discutere, a prescindere dal gusto musicale.
Non dobbiamo mai dimenticare che la musica ricopre una fondamentale azione di collante sociale, veicolo di pensiero e valore. Ogni celebrazione, fin dall’origine del genere umano, dal battesimo al compleanno, dalla festa di laurea fino al rito funebre viene accompagnata dalla musica.
Individuare artisti che siano espressione dei valori morali ed etici è molto importante; fortunatamente in Italia siamo pieni di ottimi cantautori apprezzati in tutto il mondo. Non si discute del gusto musicale, o dell’importanza di celebrare il capodanno con la propria comunità accompagnati da un concerto. Si parla del contenuto e della potenza della musica, degli effetti e messaggi che attraverso essa, arrivano a tutti, anche ai giovanissimi, futuro del paese.
Si discute ogni giorno in parlamento sul ruolo determinante delle leggi, sulla necessità di aumentare le tutele per i cittadini, a fronte di un’ondata di omicidi che colpisce soprattutto le donne; pensare di invitare ad una manifestazione culturale in piazza, artisti che possano cantare la violenza probabilmente non è, a mio modesto avviso, la scelta migliore.
Cantava, l’immenso Lucio Dalla: “vedi caro amico cosa si deve inventare, per poterci ridere sopra, per continuare a sperare” (L’anno che verrà, 1979).
Speriamo quindi che il buon senso prevalga sempre nelle persone e che, a partire dai testi musicali, l’amore per gli altri continui ad essere la forza che ci muove. Nel frattempo, lasciatemi dire a proposito di gusti, che oggi come non mai, manca enormemente a tutti un artista come Dalla…
