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Emergenza Infodemia. Un “virus” altrettanto letale

In momenti di emergenza sanitaria l’affidabilità delle informazioni resta fondamentale.

Ma fondamentale è che le fonti di informazione istituzionali e di stampa parlino un linguaggio chiaro ai più. Altrimenti si possono diffondere “virus” informativi altrettanto letali.

Non vi è ombra di dubbio che la pandemia ci ha colti tutti di sorpresa, quasi non permettendoci, in qualsiasi campo, lavorativo e privato, di abbozzare sin da subito le migliori contromosse. È pur vero, tuttavia, secondo chi scrive, che proprio in questi momenti così destrutturati vengono a galla le carenze e in qualche modo tutti gli aspetti della vita perfezionabili.

Abbiamo visto, in questi giorni/mesi, aziende che si sono riadattate a nuove produzioni, posti letto raddoppiati nelle terapie intensive, Smart Working abilitato per tutti, anche nelle realtà aziendali che erano più avverse o tradizionali, abbiamo visto bambini e mamme

tornare a fare il pane in casa, abbiamo fatto aperitivi a distanza, abbiamo digitalizzato contratti che prima prevedevano incontri one to one e modalità cartacea. Tralascio un’infinità di attività, che peraltro, varrebbe la pena menzionare.

In sintesi, ci siamo dati un gran da fare, e quando si ricomincerà, immagino ricominceremo in maniera più intelligente di quando ci siamo lasciati.

Alcune di quelle carenze cui accennavo sopra, sono però rimaste.

Una di queste, purtroppo, riguarda l’ambito della comunicazione.

Qui è accaduto un fenomeno particolare: più le maglie dell’isolamento sociale si sono strette attorno alle persone, più si sono diffuse modalità di comunicazione online e offline spesso fuorvianti, per non dire perverse, generando quella che oggi chiamiamo Infodemia.

Ma che cosa si intende esattamente con Infodemia. Ne ha dato una definizione l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel suo report sul Coronavirus.

Secondo l’OMS il Coronavirus è stato accompagnato da una abbondanza di informazioni, alcune accurate, altre no, che hanno reso difficile per le persone trovare fonti veritiere e affidabili per implementare le proprie conoscenze, e conseguentemente difendersi dal virus. Questo è successo a livello globale.

Focalizzandoci sul nostro Paese devo dire che l’Infodemia è stata forse sottovalutata.

Eppure in momenti del genere la gestione delle informazioni è cruciale per l’effettiva applicazione dei provvedimenti. Gli atti comunicativi, specialmente in momenti di profonda emergenza sanitaria, sono fondamentali. In questi casi la Comunicazione Istituzionale deve possedere in sé caratteri leggibili, per meglio dire di semplice comprensione. Ovvio è che, se io, cittadino medio, non riesco a “leggere” l’informazione che mi viene da una fonte certa e attendibile, ricerco quella stessa notizia nel mondo a me più familiare, sui social, in una chat. Ed è proprio in quei luoghi che avviene la proliferazione e la diffusione di notizie che spesso alterano la realtà e ne danno un’immagine spesso distorta. Chi non capisce testi scientifici, decreti governativi, resta senza dubbio più vulnerabile e più soggetto a panico e ansie, con conseguenti comportamenti controproducenti.

In sintesi, tra le varie riflessioni che saremo portati a fare dovremo ragionare in futuro sui meccanismi che accompagnano la comunicazione di istituzioni, ma anche di organi di stampa, che senza dubbio, se rese efficaci e semplici, possono aiutare a non creare e diffondere altre tipologie di “virus” spesso comunque letali.

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