Finalmente, dopo anni di grande impegno e lotta sindacale unitaria, con a fianco tutti i colleghi, si conclude la lunga e difficile vicenda del Fondo Esattoriale. È infatti stata emanata da parte dell’INPS lo scorso 21 luglio, la circolare n.112, attuativa del Decreto del Ministero del Lavoro n. 55/2018, con la quale sono state stabilite in modo chiaro ed inequivocabile, le nuove modalità di calcolo delle prestazioni pensionistiche erogate dal Fondo di previdenza per gli impiegati del settore riscossione, istituito nel lontano 1958, nonché la prestazione anche a favore dei colleghi che andranno in quiescenza con la pensione anticipata.
Con decorrenza dal 1° luglio 2017, avranno quindi effetto i contenuti della direttiva INPS, come da indicazioni contenute nell’articolo 1 comma 9 bis del decreto legge n. 193 del 2016, che ha demandato al Decreto Ministeriale la modalità di utilizzazione delle risorse del Fondo esattoriale.
La circolare emanata ha un’importanza storica, in quanto permetterà a tutti i lavoratori del settore della riscossione il riconoscimento dei contributi versati obbligatoriamente al Fondo, che saranno rivalutati secondo il metodo contributivo. Un contributo complessivamente del 5,5% versato dal collega e dall’azienda che, nelle tasche del lavoratore è sempre pesato molto, poiché per la quasi totalità dei colleghi non si è mai recuperato.
Infatti, nel passato il fondo esattoriale ha unicamente erogato prestazioni pensionistiche per i colleghi inquadrati nelle aree e gradi più alti, ha consentito il recupero del 75% ai soli aderenti ai fondi di solidarietà e ai dimissionari (ancorché in possesso di requisiti minimi) ed è stato utilizzato per gli anticipi del trattamento di fine rapporto (il TFR dei lavoratori della riscossione viene per norma di legge versato al Fondo Esattoriale).
Purtroppo, con le varie riforme previdenziali che si sono succedute nel corso degli ultimi 25 anni, tra cui la legge Dini dell’8 agosto 1995 n. 335 e la riforma Fornero del 22 dicembre 2011 n. 214, che hanno sancito rispettivamente il passaggio definitivo dal sistema retributivo al sistema contributivo ed allungato i tempi di lavoro, Quota 100 e le altre forme pensionistiche, si è creato un vulnus, che ha fortemente penalizzato i dipendenti della riscossione, in quanto il Fondo, dopo il 1971, non è stato più oggetto di interventi modificativi ed integrativi delle novità introdotte dalle riforme previdenziali.
Ragione per cui il Fondo Esattoriale era da considerarsi, nelle sue prestazioni, infruttuoso per la quasi totalità dei colleghi.
Quindi, con le direttive contenute nella circolare INPS si attualizza il Fondo alle vigenti normative, integrandolo con un diverso sistema di calcolo delle prestazioni pensionistiche erogate nel rispetto della Legge n.335 del 1995 e del D.Lgs. n.180 del 1997, ovvero il calcolo contributivo, e della previsione riferibile alla pensione anticipata, forma pensionistica introdotta exnovo.
Finalmente raccogliamo i frutti del pervicace lavoro sindacale fatto, delle energie e del tempo impiegato nella mobilitazione, nei presidi, nei tanti confronti con i referenti istituzionali e politici, nelle aspettative, nelle delusioni fin arrivare alla sopraggiunta vittoria.