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a cura del Coordinamento FABI Giovani - giovani@fabi.it
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Governare l’onda

Il 60° anniversario della tragedia del Vajont ci fa memoria delle sconsiderate scelte dell’uomo che mette il profitto davanti agli interessi della collettività. Che cosa serve per impedire che l’ondata della digitalizzazione travolga tutto?

“9 ottobre 1963. Dal Monte Toc, nei pressi della diga del Vajont si stacca una frana di 270 milioni di metri cubi di terra che investe le acque presenti nel lago artificiale. Si sollevano 50 milioni di metri cubi di acqua, la metà dei quali supereranno la diga in direzione dell’abitato di Longarone uccidendo 1910 persone tra il paese e i comuni vicini”.

Quali fatti hanno scatenato la frana? Innanzi tutto l’avidità dell’uomo: quando sono emerse palesi criticità geologiche sull’area queste sono state ignorate, mitigate, trasformate in rischi trascurabili. La grande opera dell’uomo, la diga appunto, ha retto all’urto, ciò nonostante il prezzo è stato quello di migliaia di vite. Con tutti i dovuti distinguo, e solo a livello metaforico, tale descrizione mi è parsa emblematica per domandarmi se, oggi come oggi, possano accadere eventi “simili” in altri ambiti causati dall’ avidità dell’uomo.

Se proviamo a domandare a ChatGPT “definisci i rischi di una digitalizzazione incontrollata nelle banche italiane”, l’intelligenza artificiale risponde in 10 punti: 1) la sicurezza informatica; 2) le frodi finanziarie; 3) l’esclusione finanziaria di chi non può fruire delle nuove tecnologie; 4) la dipendenza tecnologica in caso di malfunzionamenti; 5) la perdita di posti di lavoro; 6) la privacy dei dati; 7) una regolamentazione inadeguata agli improvvisi cambiamenti; 8) l’aumento delle truffe on-line; 9) la dipendenza della connessione internet; 10) il degrado delle relazioni personali, perdendo quindi la possibilità di una consulenza personalizzata e di un rapporto di fiducia.

Trovo sia curioso che queste crepe, questo terreno franoso siano stati time”: la clientela, lavoratrici e lavoratori, tutta la società. Senza una cabina di regia dove la FABI, insieme con le altre organizzazioni sindacali, partecipi alla digitalizzazione bancaria, i rischi precedentemente indicati diventeranno concreti.

Per questo il nostro nuovo Contratto nazionale dovrà essere sia canale sia argine: far scorrere i miglioramenti tecnologici, bloccando quelle situazioni che non tutelino i clienti e i dipendenti delle banche stesse.

Il nostro Contratto è scritto per i bancari e non per i banchieri, per la clientela e non per gli azionisti (perdonatemi se non ho scritto stakeholders!), per le persone, per i giovani e non per il profitto! Come ricorda il sito Wall Street Italia, nell’articolo del giugno 2022 scritto da Mariangela Tessa, l’Italia è l’unico paese europeo con una decrescita degli stipendi negli ultimi 10 anni (-2,9%), mentre i nati dopo il 1986 hanno il reddito pro-capite più basso della storia italiana.

La nostra richiesta di remunerazioni adeguate anche per i giovani potrà permettere all’onda digitale di far “girare” la ruota dell’economia in modo che ci sia benessere per tutti, non solo per i soliti noti. 

Giovanni Zavattari
Giovanni Zavattari
Esecutivo Nazionale FABI Giovani
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