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a cura del Coordinamento FABI Giovani - giovani@fabi.it
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Il Grillo Parlante

Quante volte vi sarà capitato di dire: “potessi tornare indietro…”. Purtroppo o per fortuna non è possibile farlo e tranquilli perché capita a tutti di rimuginare su errori e scelte passate. Magari con il senno del poi le cose sarebbero andate in maniera diversa, un po’ per tutti.

Certo, perché il passato condiziona e condizionerà sempre il futuro e questo è un dogma dal quale non possiamo prescindere.

Tutti noi abbiamo infatti un prezioso amico, un consulente, un uomo fidato al quale ci rivolgiamo nei momenti in cui la strada da intraprendere non sembra essere cosi chiara. Nello storytelling  delle fiabe che abbiamo letto da bambini e che magari ora leggiamo ai nostri figli, questo caro amico viene spesso chiamato Grillo Parlante.

Nel settore del credito, dove i cambiamenti vengono spesso presentati come inevitabili e le ristrutturazioni come “opportunità”, serve più che mai una voce che consigli la strada giusta e che ponga anche domande scomode quando serve. Una voce che richiami alla responsabilità, che riporti al centro il lavoro, le persone, la dignità. Quella voce – oggi sempre più rara – è il nostro Grillo Parlante.

Non è solo una metafora. Il Grillo Parlante esiste davvero, ogni volta che la Fabi e le altre organizzazioni sindacali del settore rivendicano un diritto, firmano un accordo o scendono in piazza per protestare, il nostro Grillo prende forma e si materializza come nei film. Quando mettiamo in discussione la storiella aziendale sul “digitale che libera tempo”, e chiediamo invece conto dell’aumento dei carichi, delle pressioni commerciali, delle filiali svuotate, ci stiamo tramutando in dei buoni consiglieri di qualche top manager.

In un mondo del lavoro che corre verso la smaterializzazione e il decentramento, la voce della coscienza collettiva è spesso vista come un fastidio. Si preferisce un confronto “snello”, prevedibile, allineato. Ma il ruolo del sindacato non è quello di essere compiacente: è quello di essere presente, informato, strutturato, anche conflittuale quando serve.

Eppure, oggi, chi parla troppo chiaro rischia di essere isolato. Alcuni lo chiamano “resistenza al cambiamento”. Noi la chiamiamo tutela dei diritti e del lavoro.

Nel contesto attuale – segnato da fusioni, tagli al personale, obiettivi crescenti, precarizzazione e forme sempre più sfuggenti di lavoro agile – non possiamo permetterci di zittire i Grilli Parlanti. Anzi, dobbiamo ascoltarli, formarli, sostenerli.

Il CCNL è un presidio fondamentale a cui affiancare sempre più relazioni sindacali vive, territorialità, assemblee vere, confronto continuo con le lavoratrici e i lavoratori. Serve, insomma, una coscienza collettiva che si esprima ogni giorno, ad ogni livello.

Ecco perché, in un settore che tende a semplificare la complessità in slide, noi continuiamo a preferire la voce di chi fa domande. Di chi non accetta narrazioni preconfezionate. Di chi ha il coraggio di ricordare che il lavoro non è solo una variabile economica, ma la misura di una società giusta.

Il sindacato, quando è attento, diventa quel Grillo Parlante: ascolta, interpreta, traduce e interviene. Ma serve anche una partecipazione sempre più attiva da parte di chi lavora. Il malessere silenzioso non cambia le cose. La lamentela delcollega, da sola, non diventa un diritto.

Ecco perché diventa maggiormente necessario risvegliarequegli animi assopiti da una società che tende ad individualizzare i processi  e che, per il tramite di una eccessiva tecnologia, tende anche a rendere le persone degli automi.

Se state leggendo le pagine di questo editoriale probabilmente anche voi siete dei piccoli Grilli parlanti, che come noi non hanno perso la voglia di credere in un futuro migliore.

Alessandro De Riccardis
Alessandro De Riccardis
Coordinatore Nazionale FABI Giovani
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