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a cura del Coordinamento FABI Giovani - giovani@fabi.it
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Il valore della libertà

L’11 marzo 2020 sarà ricordata, per sempre, come una data storica: l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara che il coronavirus è una pandemia.

Differenza sostanziale da quella che fino a quel momento era stata soltanto un’epidemia, e che la maggior parte dei cittadini sottovalutava, si è trasformata in un incubo per tutti, il bollettino di guerra parla chiaro: migliaia di contagi e di morti.

Caduta dei mercati finanziari e blocco dell’economia reale, che passa dalla chiusura di molte attività non ritenute essenziali, alla riduzione degli orari anche per quelle attività di prima necessità come possono essere i generi alimentari, le farmacie, gli autotrasportatori e le banche.

La legge 146 del 1990 individua il settore bancario come un servizio pubblico essenziale, ci viene pertanto imposto di recarci in ufficio, mettendo a rischio tutti noi e le rispettive famiglie.

Certamente il nostro settore, a giusta ragione, è ritenuto socialmente indispensabile; tuttavia l’opinione pubblica e le compagini politiche si sono dimenticate di rivolgere anche un semplice ringraziamento a chi, in prima linea e con grande coraggio, è stato necessario per il prosieguo della vita sociale di tutti.

Ma l’emergenza sanitaria, oltre all’ingente e drammatico danno umano, ha modificato le abitudini degli italiani che, impossibilitati a muoversi, hanno iniziato ad utilizzare, in maniera significativa le reti internet.

I siti di e-commerce hanno registrato un numero spropositato di nuovi utenti, tanto che, per far fronte a tale situazione, hanno assunto nuovo personale per le consegne.

Tutti gli acquisti, le transazioni, anche semplicemente sfogliare una rivista, sono operazioni ormai effettuate tramite un laptop o uno smartphone, e sebbene questo apparentemente possa sembrare un vantaggio, non dimentichiamoci che tutto ciò che transita sulla rete viene memorizzato ed immagazzinato, sviluppato dagli algoritmi dei cosiddetti big data, per plasmare poi future offerte “su misura” per gli utenti.

E se è vero, come sostengono in molti, che l’informazione è potere, bisognerà iniziare ad interrogarci per capire se in futuro saremo ancora liberi di scegliere, o se le nostre scelte saranno sempre più “veicolate”.

Anche le operazioni bancarie da remoto sono cresciute a dismisura, il lockdown ha imposto ai consumatori il remote banking, senza la possibilità di scegliere se recarsi in filiale o meno. Un cambio repentino di abitudini, che sicuramente in un futuro prossimo diventerà normalità, ma che oggi si contrappone alle tradizioni di un Paese con la vita media fra le più alte d’Europa, poco avvezzo agli strumenti informatici e con una cultura finanziaria non delle più evolute.

Insomma, se è vero che quasi tutte le operazioni bancarie si potranno effettuare online, è altrettanto vero che, in questa maniera, si rischierà di commettere errori senza le indicazioni della figura esperta e competente del consulente bancario.

Ci è stata sottratta la libertà di decidere, di uscire, di acquistare, in una parola sola, la libertà di vivere; probabilmente è proprio come sosteneva Calamandrei “la libertà è come l’aria: ci si accorge quanto vale quando comincia a mancare”.

Insomma, un momento storico questo, che rimarrà immortalato sui libri per le future generazioni, probabilmente un’accelerazione dei tempi, che non ha risparmiato il mondo del lavoro.

Nel settore del credito, infatti, si è data immediata applicazione al lavoro flessibile, promosso dalla Fabi e dalle altre organizzazioni sindacali, proprio nell’ultimo rinnovo del CCNL, favorendo così strumenti per tutelare la salute dei lavoratori.

Questo nuovo modo di fare banca, per motivi sanitari di contingentamento, in futuro dovrà essere controllato e sempre meglio normato, per evitare di incorrere nel solito giochino della riduzione dei costi a scapito della qualità del servizio, che soltanto la consulenza delle persone può fornire.

Certo, per qualcuno potrebbe essere un’opportunità da cogliere al volo, decidendo di chiudere qualche filiale qua e là… ma a chi gioverebbe?

Sicuramente, finita la pandemia, non saremo più gli stessi e nemmeno il mondo del lavoro lo sarà, ne uscirà profondamente modificato, nel concetto di flessibilità e consulenza, ma anche nel senso di responsabilità dei lavoratori e della clientela.

Nei mesi che verranno ci sarà un paese da ricostruire e un settore da rilanciare.

Dopo ogni salita, anche la più difficile e tortuosa, c’è sempre una discesa, dopo ogni tempesta c’è l’arcobaleno, bisognerà solo stare attenti ai fautori della disgregazione sociale.

Alessandro De Riccardis
Alessandro De Riccardis
Coordinatore Nazionale FABI Giovani
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