La FAO è un Istituto specializzato dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, che è stato creato al fine di favorire la crescita della produzione agricola e di conseguenza assicurare standard di nutrizione sufficiente per tutte le popolazioni rurali, in tutte le nazioni del mondo.
La FAO fu fondata il 16 ottobre 1945 a Québec, in Canada, e dal 1951 ha trasferito la propria sede a Roma, presso il Palazzo FAO. Ne sono membri 194 Stati, a cui si aggiungono l’Unione Europea e 2 membri associati (Isole Faroer e Tokelau).
Vi lavorano oltre 1600 funzionari e 2000 impiegati nei servizi generali. Poco più della metà lavora presso la sede centrale a Roma; gli altri svolgono la loro attività in altre nazioni. Al di là della sede romana, la FAO è presente in più di 130 paesi, e dà lavoro a circa 10.800 persone nel mondo intero, delle quali il 38,8% sono donne e si avvale di 7.200 consulenti.
Le lingue ufficiali sono inglese, francese, spagnolo, arabo, cinese, russo e il suo motto è: “Fiat Panis”.
Le attività della FAO sono finanziate sia dagli Stati membri sia da contributi privati, non inclusi in bilancio, e mobilizza e gestisce fondi stanziati dai paesi industrializzati, dalle banche e da altre fonti, garantendo che i progetti raggiungano i loro obiettivi e la disponibilità.
Dal 1945 ad oggi, l’istituto della FAO ha subito molteplici evoluzioni, adattando le proprie iniziative alle vicissitudini economiche e politiche delle nazioni; esempio ne è, alla fine degli anni 80, la creazione dell’Agrostat (oggi Faostat), che consiste nella creazione di un database on-line, con tre milioni di record, per l’informazione statistica in materia agricola, nutrizione, pesca, livello delle foreste e di popolazione rurale nei vari stati del mondo.
La FAO fornisce assistenza, ai paesi richiedenti, condividendo programmi di incremento nel settore agricolo, per la riduzione della fame e assiste i paesi anche nella stesura di bozze di legge per lo sviluppo rurale.
Altri programmi speciali sono quello per la sicurezza alimentare e il sistema preventivo di emergenza contro le malattie transfrontaliere degli animali e delle piante.
Il primo ha come obiettivo di dimezzare il numero delle persone che soffrono la malnutrizione e la fame nel mondo, attraverso progetti, in più di cento paesi, per aiutare le nazioni a pianificare interventi di sicurezza alimentare.
Il secondo di assicurare una prevenzione efficace contro le malattie di piante e animali specie nei territori transfrontalieri, dove la comparsa di focolai, può innescare una maggiore diffusione delle malattie e di conseguenza una destabilizzazione alimentare coinvolgendo più paesi.
Lo scopo di quest’ultima iniziativa è di incoraggiare una collaborazione integrata tra le regioni per mettere a punto un utilizzo generalizzato dei metodi di lotta contro gli infestanti, come nel caso delle locuste del deserto dell’Africa e dell’Asia.
Malgrado questi lodevoli interventi, la triplicazione della popolazione mondiale, che passa dai 3 miliardi negli anni 60 agli 8 miliardi e mezzo nel 2020, ha reso insufficiente lo sforzo di perseguire l’obiettivo del dimezzamento della piaga della fame nel mondo, la cui realizzazione era prevista entro il 2030.
Tuttavia, le attività della FAO stanno proseguendo incessantemente, prova ne sia la definizione di norme internazionali volte a garantire le risorse marine, con la stesura del Codice di Condotta per la pesca responsabile, e a proteggere i prodotti alimentari sani, con la Convenzione di Rotterdam, che prevede una procedura di consenso informato per i prodotti chimici pericolosi e i pesticidi nel commercio internazionale.
La FAO, oggi più che mai, è un ente guida indispensabile per tutte quelle nazioni e governi che devono affrontare sfide considerevoli per debellare la povertà e la fame nel loro paese. La lotta contro le disuguaglianze, le ingiustizie sociali e le forze della natura richiedono più visioni condivise, se si vuole raggiungere una soluzione permanente.
Per questo la FAO fa della sua ragion d’essere la sconfitta definitiva della fame nel mondo.
Sarà utopia? Dipenderà dalla volontà dei governi a perseguire la pace, la tolleranza e la fraternità tra le nazioni. Allora tutto sarà più facile.