È risaputo che oltre 2/3 della superficie del nostro pianeta è occupata dall’acqua, che negli anni ha consentito la nascita e lo sviluppo dell’essere umano. Condizione imprescindibile, infatti, è la presenza di acqua su un pianeta per la proliferazione di qualsivoglia forma di vita.
Caratteristica straordinaria dell’acqua è che non ha sapore né forma, ma assume quella del recipiente in cui è contenuta, con la sola eccezione delle onde che hanno in natura una forma più o meno definita.
Nonostante abbiano una forma convenzionale, esistono onde di diverso tipo: lunghe, corte, larghe o strette.
Quelle che i surfisti più esperti prediligono sono quelle lunghe, in grado di far divertire chiunque ne abbia voglia.
La crisi pandemica che abbiamo vissuto, è stato un forte vento che ha alimentato di fatto un’onda lunga, per nulla divertente e molto drammatica, che probabilmente non si è ancora infranta sulla riva del nostro settore.
Certo, perché se gli effetti dell’onda corta sono stati visibili sin da subito, le modifiche culturali che la pandemia ha portato si vedranno bene nei prossimi anni.
Infatti, la caratteristica dell’onda lunga è quella di durare nel tempo, e di solito a chi soffre di mal di mare, è l’onda che genera maggior fastidio.
Certo, possiamo immaginare quello che succederà, anche in vista del trend che il settore del credito sta attraversando in questi mesi; sicuramente l’aumento dei pagamenti virtuali, il ricorso sempre maggiore alle carte di pagamento porterà dei cambiamenti per chi, come noi, gestisce questi strumenti.
Visto il numero crescente di transazioni online negli ultimi mesi l’attenzione alla cybersecurity diventerà un elemento fondamentale in tutti i gruppi bancari: probabilmente assisteremo a smisurati investimenti nella prevenzione delle truffe “da remoto”, che diventerà di fatto l’elemento per misurare l’affidabilità delle banche.
L’onda lunga ancora non è arrivata, ma c’è già chi se la immagina e la utilizza come pretesto per ridurre il numero degli addetti nel settore del credito, utilizzando smart working e altre forme di lavoro flessibile per giustificare il taglio dei costi logistici e del personale.
Quale migliore occasione per continuare il trend di riduzione dei bancari in Italia?
La FABI, insieme con le altre organizzazioni sindacali, sta costruendo da diverso tempo una diga per difendere la categoria da un’onda che prima o poi arriverà, cercando di spazzare via anni di tutele e contrattazioni. I continui tentativi di destrutturazione della contrattazione collettiva, continuano ad arrivare in un momento in cui resistere è sempre più difficile.
Non possiamo negare che le cose cambiano e che la competitività, anche a livello europeo, produrrà ulteriori novità, ma come sosteneva Antoine-Laurent de Lavoisier “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Siamo quindi sicuri che se il cassiere “vecchia maniera” sarà una figura professionale sempre meno utilizzata, allo stesso modo serviranno sempre più professionalità esperte in digitalizzazione, informatizzazione dei processi e per ulteriore consulenza qualificata alla clientela.
A patto che ci sia la voglia di trovare soluzioni condivise e che non ci sia, invece, qualcuno pronto a speculare su questa situazione, traendone personali vantaggi.
Come FABI abbiamo proposto un nuovo modello di banca, che sia più vicina ai cittadini, soprattutto in un momento di enorme difficoltà, trasformando la banca commerciale e finanziaria in una banca assistenzialista a supporto dell’economia del paese.
Potrebbe essere questa per noi l’onda lunga di un cambiamento che immaginiamo da anni, la storia della nostra idea che non possiamo abbandonare. Servirebbe, però, maggiore giustizia sociale ed economica in un settore spesso gestito da algoritmi, in un momento in cui tutto sembra poter fare a meno dei valori come la solidarietà.
Effettivamente, ci sembra strano come l’acqua, elemento che ha contribuito in maniera determinante alla creazione della vita sulla terra, voglia oggi distruggere quello che ha creato proprio con un’onda lunga diversa dalla nostra, che qualche manager vorrebbe trasformare addirittura in uno tsunami.
L’onda lunga un po’ ci spaventa, ma allo stesso tempo ci affascina, quindi, la aspetteremo proprio come un surfista aspetta la giornata perfetta, consapevoli che ci sarà qualche banchiere pronto a soffiare il vento dell’arroganza, anche se come sostiene Edward Gibbon “Venti e onde sono sempre dalla parte dei navigatori più abili”.