Siamo giunti positivamente all’epilogo della contrattazione collettiva nazionale del settore bancario, con la sigla dell’ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL, che dovrà essere ratificato nelle assemblee dei lavoratori.
Dopo una lunga ed estenuante trattativa, le parti hanno raggiunto un accordo che tutela i lavoratori bancari tutti, amplia l’area contrattuale e guarda con fiducia e speranza alle prossime sfide: è il contratto del futuro.
Certo, perché per noi sarebbe stato più facile disegnare un contratto per il passato o per il presente; le
difficoltà avute in questi ultimi mesi sono state proprio quelle di cucire un contratto che possa rilanciare il settore con lo sguardo rivolto al futuro.
Nessuno di noi può avere la presunzione di conoscere il futuro, ma se riuscissimo per magia, ad immaginarlo, avremmo sicuramente sottoscritto un contratto che ne tutelerebbe ogni particolare.
Finalmente le parti hanno convenuto che, anche per i giovani bancari, ci sarà la piena retribuzione senza decurtazioni salariali, giustificate in passato dalla crisi sistemica, ma puntualmente smentite dall’aumento degli stipendi di alcuni top manager.
Gli inglesi direbbero equal pay for equal work, e per noi è assolutamente un principio da difendere per valorizzare i nostri talenti e per promuovere occasioni e opportunità.
Sembra l’alba di una nuova era, sensazioni positive ci attraversano e sembrano ormai alle spalle vecchi retaggi, che nulla avevano a che vedere con il nostro modo di fare banca.
Certo è che il 2019 verrà ricordato non solo come l’anno della sigla di uno dei più importanti contratti collettivi, ma anche come l’anno dell’open banking, introdotto dalla nuova normativa PSD2 e dell’evoluzione galoppante del Fintech.
Siamo nel bel mezzo della rivoluzione tecnologica del settore, che porterà inevitabilmente nuove sfide e maggiore competizione fra gli Istituti bancari che si tramuteranno, secondo l’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano, in una contrazione dei ricavi del 34% da qui al 2025.
Sarà necessario, quindi, trovare nuove aree di business: ecco perché nell’ipotesi di accordo nazionale la FABI e le altre organizzazioni sindacali hanno richiesto con forza una cabina di regia sulla digitalizzazione, che avrà l’arduo compito di cogliere ogni cambiamento, cercando spunti positivi in termini di occupazione.
È questa la nostra idea sul contratto del futuro, che non potrà però dimenticare il passato, soprattutto per evitare di ripetere gli errori commessi dal settore.
Nell’accordo appena sottoscritto abbiamo provato a normare il futuro, immaginando come potrà essere; abbiamo promosso senza paura un cambiamento radicale di direzione, perché siamo convinti che se avessimo lasciato tutto invariato avremmo commesso un grave errore, lasciando alla categoria un contratto non al passo con i tempi.
D’altronde, come sosteneva Flaubert “L’avvenire ci tormenta, il passato ci trattiene, il presente ci sfugge”.
E per evitare che ci sfugga dobbiamo essere consci che l’investimento globale nella tecnologia finanziaria negli ultimi anni è aumentato a dismisura, senza nessun controllo, tanto che alcuni banchieri hanno provato a giustificare le riduzioni del personale nei vari gruppi bancari con questo fenomeno.
Bisogna, invece, considerare che lo sviluppo tecnologico avuto negli ultimi 100 anni, è sicuramente molto più significativo di quello avuto nel resto della vita dell’umanità. A questo punto dovremo iniziare ad interrogarci e decidere fino a che punto permetteremo alla tecnologia di plasmare la nostra vita lavorativa.
Probabilmente i robot non saranno mai oggetto di pressioni commerciali e non avranno nessun premio di produttività, con buona pace dei banchieri, ma per tutelare i colleghi abbiamo inserito l’accordo sulle politiche commerciali nel nostro contratto, evitando interpretazioni normative nei vari gruppi bancari.
Il contratto del futuro sarà per noi una nuova sfida, e siamo sicuri che costruirà inclusione sociale, occupazione e partecipazione.
Sarà un contratto che avrà un’anima sociale, probabilmente per la prima volta, e sarà nostro compito farlo rispettare in tutte le sue sfaccettature, giorno dopo giorno.
Insomma, la partita più difficile sembra appena iniziata e nuove sfide ci attendono, ma abbiamo posto solide basi, che ci permetteranno di affrontare tutto con calma, anche perché come sosteneva Abraham Lincoln “la cosa migliore del futuro è che arriva un giorno alla volta”.