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a cura del Coordinamento FABI Giovani - giovani@fabi.it
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Un contratto sotto attacco

La platea dei bancari si è ridotta del 4% circa passando da 282.000 a 270.000 lavoratori

Ci si appresta ad affrontare per colpa del cambiamento climatico, ma per un rinnovo contrattuale che vede tutti impegnati nel trovare soluzioni ad un mondo del lavoro che cambia a velocità supersonica e che spesso non ha al centro del proprio progetto i lavoratori.

Il triennio appena passato è da considerarsi la vera tempesta perfetta, siamo passati da una pandemia mondiale ad una guerra alle porte dell’Europa, senza considerare l’inflazione a doppia cifra che non si registrava da decenni.

La platea dei bancari rispetto al precedente rinnovo si è ridotta del 4% circa passando da 282.000 a 270.000 lavoratori. Questo a dimostrazione che il clima nelle banche negli ultimi anni non è così roseo come vogliono farci credere (sono un esempio le adesioni di massa all’esodo).

Usciamo da un contratto stipulato nel 2019 che, con l’evoluzione del mondo del lavoro dovuta dal Covid, si è rivelato comunque moderno. Da lì si è partiti come base della nuova piattaforma che verrà presentata in primis ai lavoratori e poi al tavolo con ABI.

Il contratto è d’importanza vitale per tutti, perché è l’unica occasione che abbiamo per richiedere l’aumento dello stipendio e per rendere omogenea tutta la categoria.

Mi auguro che le parti datoriali capiscano che il contratto non è solamente una rivendicazione del sindacato a tutela dei lavoratori, ma è una tutela dell’intero sistema (banche e clienti compresi), un contratto forte rende tutto il sistema forte.

Gli algoritmi e l’intelligenza artificiale non possono sostituire il fattore umano, ma ricordiamoci che, se così fosse, esistono nuovi competitor che hanno tecnologie e mezzi finanziari illimitati e di conseguenza l’unica tutela per le banche è un contratto che ha le radici nel passato e il pensiero nel futuro.

Ricordiamoci sempre che la FABI è stata l’unica sigla sindacale a firmare il primo contratto collettivo nazionale del credito nel 1949 ed è grazie queste menti lungimiranti che oggi abbiamo un contratto moderno e che mette al centro la persona.

Tutti gli amministratori dichiarano che il loro desiderio è il benessere dei propri lavoratori, però non sempre il desiderio si trasforma in qualcosa di concreto ed è per questo che ci aspettiamo con il prossimo contratto concretezza in termini di tutele e in termini economici.

Diversamente, se questo non si concretizzasse, mi torna alla mente Tolstoj, che diceva: “Siedo sulla schiena di un uomo, soffocandolo, costringendolo a portarmi.

E intanto cerco di convincere me e gli altri che sono pieno di compassione per lui e manifesto il desidero di migliorare la sua sorte con ogni mezzo possibile. Tranne che scendere dalla sua schiena”.

Alessandro Drago
Alessandro Drago
Esecutivo Nazionale FABI Giovani
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