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a cura del Coordinamento FABI Giovani - giovani@fabi.it
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Vento di cambiamento

Se vi capita per caso di rivedere qualche pubblicità o anche qualche quotidiano di soli trent’anni fa, capirete subito quanto il mondo e le nostre abitudini siano cambiate nel corso di così poco tempo.

Se ci pensiamo bene 30 anni possono essere molti, ma anche pochi. Sta di fatto che le nostre vite sono completamente cambiate. I mezzi di trasporto, gli alimenti, il modo di vestirci e il modo di interagire fra noi è cambiato. Anche i mestieri sono cambiati, molti che esistevano, oggi sono spariti o nella migliore delle ipotesi sono cambiati.

Il PC era uno strumento dedicato a pochi fortunati eletti, internet quasi non esisteva e il cellulare, dal costo proibitivo per i più, era una semplice scatola che serviva per telefonare nei casi di necessità.

Oggi ci approcciamo all’era dell’intelligenza artificiale e ad una nuova ondata di digitalizzazione, che cambierà nuovamente e radicalmente il nostro modo di vivere. Ma che impatto avrà sulle persone?

Secondo le stime più ottimistiche, grazie all’evoluzione digitale, nei prossimi anni l’uomo vivrà più a lungo ed in condizioni migliori. Gli strumenti dell’intelligenza artificiale sostituiranno i lavori ripetitivi e più rischiosi e cosi le persone lavoreranno di meno avendo, quindi, più tempo da dedicare al loro benessere personale. Aumenterà la collaborazione, il senso civico e comunitario, riducendo gli impatti ambientali negativi a cui siamo ormai abituati da più di un secolo. Insomma, se così fosse, non ravvediamo effetti negativi nel processo.

Ma come sempre esiste l’altra faccia della medaglia e secondo la visione distopica di alcuni ci sarà un appiattimento dei mestieri, il futuro iperconnesso sarà popolato da utenti isolati, che potranno scambiare notizie mediche e personali, con buona pace del concetto di privacy. La gente sarà spinta dalle pubblicità nelle direzioni desiderate, e i big data sceglieranno per noi il prodotto che le multinazionali avranno deciso.

Probabilmente nessuna delle due visioni è corretta o lo è solo parzialmente, ma inevitabilmente nei prossimi anni avremo a che fare con dei cambiamenti radicali ai quali dobbiamo iniziare a pensare.

Nel nostro settore, che spesso è precursore dei cambiamenti, abbiamo già sperimentato notevoli innovazioni e un nuovo modo di fare banca. Sicuramente nei prossimi anni nasceranno nuovi mestieri ed altri verranno dismessi definitivamente e sarà indispensabile conoscerli per tempo, per poter normare le nuove figure professionali all’interno della cornice del CCNL.

Siamo consapevoli che questo ennesimo cambiamento dovrà vederci attori principali, senza delegare ad altri le nostre responsabilità. La FABI, insieme alle altre organizzazioni sindacali, ha da tempo promosso la creazione della cabina di regia sulla digitalizzazione, che dovrà vigilare proprio sugli impatti delle nuove tecnologie e fornire spunti ed idee efficaci per una contrattazione collettiva sempre più calzante con le nuove esigenze. Se le nuove tecnologie tendono ad individualizzare l’offerta, il compito del sindacato è quello di collettivizzare sempre di più i processi, perché si sa che insieme siamo più forti.

Il vento del cambiamento inizia a soffiare forte nella nostra direzione e ancora una volta non costruiremo un riparo ma orienteremo le vele dalla nostra parte che si chiama contrattazione collettiva, inclusione e democrazia economica, in un’unica parola: FABI.

Alessandro De Riccardis
Alessandro De Riccardis
Coordinatore Nazionale FABI Giovani
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