19 anni, 221 centimetri di altezza (che con le braccia alzate diventano quasi 3 metri) e un’apertura ‘alare’ di ben 244, praticamente uno che, seduto sul sedile posteriore di una macchina, potrebbe mettere entrambi i gomiti fuori dal finestrino contemporaneamente, questo è Victor Wembanyama il nuovo fenomeno della pallacanestro mondiale.
Iniziato lo sport fin da piccolissimo (calcio e judo in particolare) da genitori sportivi di professione, trova la sua dimensione ideale nel mondo della palla a spicchi distinguendosi fin da ragazzino come un prospetto mai visto in precedenza tanto da giocare sempre da “sotto età”. Si racconta che all’età di 11 anni, in un’amichevole contro la selezione giovanile del Nanterre, l’allenatore avversario si lamentò della ‘scorrettezza’ del coach de Le Chesnay, la squadra di Victor, accusandolo di aver schierato in campo il suo giovane assistente. Il Nanterre lo acquistò praticamente al termine di quella partita e credette talmente nelle qualità del ragazzino da affiancargli degli allenatori personali che seguissero e sviluppassero al meglio le sue doti tecniche e soprattutto fisiche, creandogli attorno uno scudo che lo isolasse dalle attenzioni che già a quell’età stavano iniziando a fare capolino da parte di agenti sportivi e media francesi. Era chiaro che un talento del genere non potesse restare lontano dal professionismo per molto tempo ed infatti, nell’ottobre del 2019, a soli 15 anni e 9 mesi, esordisce in prima squadra nel match di Eurocup perso contro la Germani Brescia.
La sua carriera svolta definitivamente durante il Mondiale Under 19 giocato in Lettonia, dove il ragazzo trascinò la sua Francia alla finale persa per solo 2 punti contro gli Stati Uniti e nel quale stabilì il nuovo record di stoppate (5.7 di media) per un singolo torneo FIBA. Tale vetrina lo porta ad essere ingaggiato dall’Asvel, storica e vincente squadra di proprietà di due vecchie conoscenze NBA come Tony Parker e Nicolas Batum con la quale centra subito la vittoria del Campionato francese, ma i problemi di convivenza all’interno dello spogliatoio ed il minutaggio che potremmo definire risicato rispetto al suo talento lo convincono ad esercitare l’opzione di uscita restando sempre in Francia e accasandosi al ben più modesto Metropolitans 92 (rifiutando le lusinghe dei migliori club europei, australiani e della G League americana) franchigia che grazie al suo impatto devastante (primo per punti segnati, 24, per rimbalzi catturati, 10 e per stoppate, 3, di media a partita con conseguente migliore valutazione media generale) si trova oggi a giocarsi il titolo.
Un bel biglietto da visita per rafforzare ulteriormente quella posizione da prima scelta al draft NBA del prossimo anno già divenuta ampiamente probabile, se non certa, dopo l’amichevole giocata nell’estate del 2022 dal suo Metropolitans contro una selezione dei migliori giocatori della G League e nella quale Victor mette a referto 37 punti con 7 triple a segno, impresa mai centrata prima da nessun giocatore alto come lui nella storia dell’NBA. Così come risulta una novità assoluta il fatto che l’NBA abbia deciso di trasmettere sul suo canale tutte le partite in streaming della formazione francese accrescendo esponenzialmente l’hype sul giocatore, tanto che nessuno dei top player da LeBron James a Steph Curry passando per i vari Kevin Durant, Damian Lillard ecc, è riuscito ad esimersi dal rilasciare commenti entusiasti sulle prestazioni dell’unicorno francese e sul suo futuro da dominatore incontrastato della lega.
In effetti come dare loro torto, a memoria non si ricorda un giocatore con misure da Pivot che sa trattare il pallone come un playmaker, attaccare il ferro come un’ala grande ed essere decisivo dalla linea dei 3 punti come una guardia tiratrice, uno che fa la differenza in tutte e 5 le posizioni del campo con il plus di rappresentare il più grande spauracchio in difesa per tutti i suoi avversari.
E se pensiamo che ha solo 19 anni… ne vedremo delle belle!